Rata mutuo, arrivano a marzo 5 vie per diminuirla fortemente: comunicato da ABI

I mutui a tasso variabile sono purtroppo in aumento, ma è un arrivo una soluzione per ridurre il peso delle rate: ecco tutte le novità. 

Tempi duri per coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Complice la crescita dei tassi di interesse legata alle decisioni della Banca centrale europea (Bce), le rate continuano ad aumentare. E di conseguenza sono sempre più numerose le famiglie in difficoltà con i pagamenti. Ma per fortuna c’è anche una buona notizia.

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L’Abi segnala cinque soluzioni per far fronte all’aumento delle rate dei mutui a tasso variabile. (Cityrumors.it)

Un vademecum diffuso dall’Associazione bancaria italiana (Abi) offre cinque possibili soluzioni per affrontare le problematiche legate all’aumento delle rate mensili dei mutui variabili: dalla rinegoziazione delle condizioni contrattuali (segnatamente la durata del mutuo) al passaggio al tasso fisso, passando per la surroga e la sospensione fino a 18 mesi. Ecco la panoramica completa.

L’opportunità da cogliere per un mutuo più leggero

Innanzitutto l’Abi raccomanda ai titolari di mutui a tasso variabile di rivolgersi alla banca al primo segnale di difficoltà, per valutare tutte le soluzioni percorribili. Le possiamo sintetizzare in 5 punti:

  1. Concordare un allungamento della durata del mutuo, per ridurre il peso mensile delle rate;
  2. Chiedere una revisione di altre condizioni contrattuali;
  3. Effettuare la surroga presso un’altra banca;
  4. Ricorrere dal Fondo Gasparrini per la sospensione dei pagamenti (per un massimo di 18 mesi);
  5. Passare al tasso fisso, secondo le condizioni previste dalla Legge di Bilancio 2023.
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La sospensione del pagamento delle rate è concessa per l’abitazione principale e a una serie di condizioni. (Cityrumors.it)

Si tenga presente che la possibilità di sospendere il pagamento del mutuo è prevista per l’abitazione principale e in circostanze particolari, quali la perdita del posto di lavoro, la riduzione dell’orario in caso di accesso alla cassa integrazione o la riduzione del fatturato per i lavoratori autonomi. Nel caso specifico dei lavoratori dipendenti, la sospensione è riconosciuta per i finanziamenti fino a 400.000 euro.

Quanto al passaggio dal mutuo a tasso variabile al tasso fisso, la banca è obbligata ad accogliere la richiesta se il mutuatario non è in ritardo con i pagamenti e il suo Isee è inferiore a 35.000 euro, mentre il valore del mutuo non deve superare i 200.000 euro. Al momento, sono queste le vie più battute per contrastare l’aumento delle rate dei mutui a tasso variabile: una stangata che rischia di mettere letteralmente in mezzo a una strada i contribuenti in situazioni economiche svantaggiate.

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