La nota criminologa torna a parlare e spiegare il suo punto di vista, ma allo stesso tempo si fa un gran parlare di alcuni reperti che non si trovano
Il caso va avanti. E le indagini non si fermano anzi proseguono senza sosta, anche se ci sono alcune situazioni che devono essere ancora chiarite, come i reperti legati all’impronta e alle tracce del Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi, prove importanti che sono tornate alle ribalta da mesi, ma ci sono alcune ipotesi da definire.

A fare un po’ di rumore su questa vicenda così oscura e così piena di dubbi anche e soprattutto dopo diciotto anni sono i continui capovolgimenti di fronte su una storia che sembrava chiusa quando chiusa non è mai stata, anche perché bastava leggere gli atti e le due assoluzioni date ad Alberto Stasi, sono le parole di tanti esperti, tra cui la nota criminologa Roberta Bruzzone.
“Per me il colpevole è Stasi e non è vero che state fatte delle indagini sbagliate, magari qualche errore ci può essere stato, ma non così clamoroso anche perché ad occuparsene tra gli altri, è stato il Ris di Parma che proprio dilettanti non sono e mi dispiace che in questi anni qualcuno abbia fatto in modo di farli passare anche come tali, non è giusto e non è corretto“, spiega l’esperta che si è anche soffermata su quello che sta accadendo nel presente.
La criminologa spiega come l’arma del delitto sia stata usata in entrambi i versi
Da diverso tempo si parla di oggetti ritrovati in un canale situato dietro la casa di una parente della famiglia Poggi, una borsa con oggetti che la Procura sta cercando di verificare se possano essere o meno compatibili con le armi che hanno ucciso la povera Chiara. La Bruzzone ha dato una sua versione, non certo degli oggetti ritrovati, ma guardando le fotografie delle ferite e alcuni martelli compatibili, spiega che le “lesioni inferte alla povera Chiara nella zona della fronte hanno delle lesioni sia penetrante che contundente”.
Per la Bruzzone, se il martello fosse stato usato dall’assassino, costui “l’avrebbe utilizzato in entrambi i versi, sia per quel che riguarda la più tagliente, ma anche la parte opposto ovvero quella piatta“.

Il riferimento ad altre possibili armi come l’attizzatoio da camino, di cui si è parlato tanto la criminologa Roberta Bruzzone ha spiegato come secondo lei non possa essere “compatibile con i colpi che sono stati inferti a Chiara Poggi“.