Il noto storico, professore e Rettore dell’Università Lumsa spiega la scelta della Chiesa e cosa avverrà: “E’ una decisione per procedere uniti e cancellare le divisioni interne”
Un nome che ha sorpreso tutti. Un’espressione del volto e un modo di presentarsi da parte del nuovo Papa Leone XIV che ha stupito per la semplicità ma anche per la risolutezza e allo stesso tempo quell’espressione di pace e chiarezza sul suo volto ma anche nelle sue parole. “E’ una scelta, quella su Prevost, che sta a significare come la Chiesa voglia trovare un senso di coesione e di voglia di camminare uniti, quando ha detto “mano nella mano”, un concetto bellissimo, voleva proprio dire di restare uniti più che mai soprattutto adesso”, le parole di chi conosce bene le tempistiche e tutto quello che accade attorno alla Chiesa come il professore Francesco Bonini, famoso storico nonché Rettore dell’Università Lumsa.

Una scelta sul nome che ha colpito e che ha diverse curiosità legate proprio al nome e alla storia, anche se sulla scelta del cardinale Prevost il professor Bonini non è sembrato molto stupito: “Veramente era un nome che circolava, di sicuro non era tra i primissimi, ma chi conosce un po’ dinamiche e situazione, la sua candidatura c’era. E ne sono contento di questa scelta, con un esito rapido e con gesti molto belli da parte sua nelle prime apparizioni che ricuciscono e danno delle bellissime sensazioni di poter vivere e condividere altri bei momenti solenni del nuovo pontificato“.
Molti sono rimasti sorpresi dalla scelta del nome e da cosa può derivare dal punto di vista storico: “E’ Papa che con quel nome dà un approccio alla modernità e senso dialogico nelle forme. La tradizione anche è importante visto che Leone Magno, come tutti sanno, è quello che fermò Attila, almeno secondo la leggenda. Di sicuro è un nome impegnativo ma è anche un nome che infonde fiducia, senza dimenticare che Leone XIII ebbe un lungo pontificato e sviluppò nel mondo una Chiesa missionaria e questo vuol dire tante cose, soprattutto quello che vorrà fare questo Papa”
“Con Trump non è proprio allineato, ma sarà il Papa del mondo”
Hanno molto colpito le parole sulla pace e soprattutto nel modo di pronunciarla e per Francesco Bonini ci sono diversi approcci e significati su queste parole: “Credo che possa avere un profilo di sintesi, ovvero quello capace di tenere tutti uniti per procedere, mano nella mano, proprio come ha detto lui per poter avere finalmente l’idea di una Chiesa unita, anche perché non ci nascondiamo visto che ci sono molteplici divisioni all’interno della Chiesa stessa e c’è bisogno di procedere ma tutti uniti anche per essere più credibili“.
“Ed è proprio questa dimensione che credo proprio sia emersa molto bene nel suo discorso iniziale – ha spiegato il Rettore della Lumsa -, e sia ben chiaro che questo augurio di pace viene dalla realtà della resurrezione, ovvero una pace nel mondo non solo con diplomazia ma si cercherà di trasmettere attraverso una vita di fede“.

Ora in molto sono curiosi di vedere quello che accade tra il Papa americano e Donald Trump che è stato tra i primi a fargli i complimenti, anche se il professore Bonini prova a spiegare che non ci dovrà essere alcuna divisione: “E’ stato doveroso, si deve altrettanto dire che per argomenti e concetti, non sono certamente allineati anche perché Prevost anche ora che è il nuovo Pontefice ha continuato a dire quella che la Chiesa ha detto da sempre, senza il bisogno di allinearsi su posizioni politiche, ma come il rispetto delle persone, dei più deboli, per non parlare di salvaguardare e proteggere i diritti fondamentali”