Il virologo Fabrizio Pregliasco in esclusiva ai nostri microfoni dopo i diversi casi di West Nile che si stanno verificando in Italia. I numeri ormai sono in forte crescita
I casi di West Nile sono ormai in forte crescita in Italia. Sono 7 le vittime registrate fino ad oggi specialmente nella zona di Latina (tre anche in Campania), ma i contagi si stanno estendendo. In Puglia, infatti, sono stati annunciati i primi contagi e la situazione rischia di peggiorare nel corso delle prossime settimane.

Si è deciso di mettere in campo delle misure restrittive per la donazione di sangue, uno dei possibili metodi di trasmissioni di questo virus. Ai nostri microfoni è intervenuto Fabrizio Pregliasco, per fare un piccolo punto della situazione e anche dare alcuni consigli su come comportarsi per evitare la crescita dei casi.
Pregliasco: “C’è una cosa che preoccupa rispetto al passato”
Dottor Fabrizio Pregliasco, la West Nile sembra essere arrivata in modo definitivo in Italia.
“Questa patologia un tempo era esotica, tropicale. Ma purtroppo, rispetto ad altre malattie vettoriali che comunque ci preoccupano, vede i serbatoi animali, alcuni specie di uccelli, cavalli e gatti, e quindi è diventata endemica in Italia nella popolazione animale. Quella che preoccupa oggi rispetto al passato, anche se non è una novità assoluta, è il fatto che parliamo di una patologia diffusa. Lo scorso anno 20 decessi e oltre 460 casi. I focolai si evidenziano in zone più ampie e in passato non colpite“.
Numeri importanti che sono in forte crescita nelle ultime settimane.
“Sì, ma aggiungere dire una cosa“.

Dica.
“La constatazione triste è che questa malattia, un po’ come il Covid, nell’80% decorre senza sintomatologia. Quindi quello che noi vediamo è solo la punta dell’iceberg dei casi più evidenti. Il 19% dei contagi ha una manifestazione clinica un po’ più specifica“.
Il virologo Pregliasco: “Attenzione a questi sintomi. E sulle precauzioni…”
Quali sono i sintomi?
“Febbre, dolori muscolari, sintomi gastroenterici, rash cutanei. Quindi cose che senza diagnosi da parte del medico possono sfuggire. Un caso su cento, quindi evento molto più complesso, c’è il coinvolgimento neurologico con encefaliti e meningiti. Un caso su mille, e lo vediamo anche adesso sugli anziani come successo durante il periodo del Covid, colpisce in modo più pesante. Il reale problema è la diffusione sempre maggiore di zanzare, animali infetti e, quindi, di potenziali trasmissioni all’uomo“.
Cosa possiamo fermare per evitare lo sviluppo dei contagi?
“C’è la necessità a livello istituzionale di continuare con il sistema di sorveglianza e questo deve essere rafforzato. Ci devono essere anche interventi ambientali come disinfestazioni e servono dei controlli maggiori soprattutto nel verde privato. Ci sono ordinanze, ma spesso non vengono attuate. Fino anche ad un comportamento con le zanzare. Attenzione alle ore notturne. A colpire è la zanzara culex, la nostra”.

Come si riconosce?
“È piccolina, non fa rumore. Già danno fastidio per gli effetti di puntura”.
Ci sono dei metodi per evitare la puntura?
“Assolutamente sì. No abiti sgargianti, utilizzo di prodotti giusti per quanto riguarda i repellenti. Si tratta di scegliere medicinali efficaci. Non utilizzare profumi molto intensi. I dopobarba da uomo sono a rischio, ma anche comportamenti banali come un sottovaso con acqua stagnante lasciato sul balcone. Ci vuole una maggiore attenzione da parte di tutti gli effetti di un qualcosa che sta peggiorando“.