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Lifestyle

“Rischio stop per l’insalata in busta”, l’allarme: cosa sta succedendo

L’insalata in busta è a rischio, rischia lo stop definitivo per la vendita al supermercato con un impatto importanate in termini economici.

La questione è molto articolata e questa volta non riguarda solo le contaminazioni e i batteri presenti all’interno, di cui si è ampiamente parlato in passato. La novità è imposta in relazione al nuovo regolamento europeo che andrà a colpire tantissimi beni di largo consumo.

Stop all’insalata in busta (cityrumors.it)

Sembra una banalità ma non lo è perché porta alla ridefinizione di un’intera filiera che si basa proprio sul prodotto pronto all’uso e confezionato entro certe modalità per poter resistere almeno qualche giorno. La busta di insalata pronta, per quanto non sia la scelta migliore, è sicuramente quella di quanti non hanno tempo per fare altrimenti o che hanno bisogno di ottimizzare la vita quotidiana e quindi fanno riferimento a questo tipo di ingredienti già pronti.

Addio agli imballaggi per ogni prodotto: dalla cosmetica agli alimentari

La verità è che questa decisione avrà un impatto sia economico che sulle abitudini di consumo degli italiani. Probabilmente vent’anni fa si viveva benissimo anche senza insalate pronte e altri alimenti confezionati ma è anche vero che il tempo, il lavoro, la vita sono stati rimodulati su ritmi nuovi. Per quanto non sia fondamentale come alimento di consumo è pur vero che assicura la possibilità di mangiare della verdura in modo facile e veloce.

Supermercati, cambia tutto (cityrumors.it)

Il nuovo regolamento quindi rischia di cancellare tutto ciò che viene imballato nella plastica, non solo pertanto l’insalata in busta, l’esempio però più clamoroso per gli italiani, ma anche la frutta nei cestini, la scatoletta di pomodorini, le arance nella rete e addirittura le bottiglie magnum. Ciò vuol dire un pacchetto completo di modifiche che avranno ripercussioni importanti.

Il testo è al momento in discussione ma sta avendo un impatto così importante per il suo contenuto. I consumatori potrebbero doversi abituare a una condizione diversa entro il 31 dicembre 2027. Tutto questo avrà un impatto enorme su usi e consumi, anche per il cibo d’asporto. Guardando nello specifico gli imballaggi saranno vietati per condimenti, conserve, salse, panna per il caffè, zucchero, quindi niente bustine, flaconi, vaschette, scatole. Per l’ortofrutta solo da 1.5 kg in poi, quindi un quantitativo importante. Spariranno reti, sacchetti, vassoi e ogni altro genere di contenitore.

Addio anche al packaging per gli hotel e i cosmetici. Quindi i prodotti che ad oggi si trovano in confezione monouso non potranno più essere presentati. Vengono meno anche tutti gli imballaggi per ciò che riguarda la ristorazione in senso più ampio come catering, hotel e simili. Niente prodotti monouso come bicchieri, piatti, vassoi. Non è tutto, entro il 2027 le bevande sfuse dovranno essere vendute in bicchiere riutilizzabile oppure ognuno dovrà portare il proprio contenitore.

Valentina Giungati

A seguito degli studi in Editoria, approdo al mondo del giornalismo cartaceo. Successivamente, con il digitale e le redazioni online, scatta la scintilla. Lavoro con grande passione nel settore da anni, spaziando dai viaggi alla tecnologia, per offrire spunti interessanti e curiosità imperdibili.

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