Nel mirino degli agenti segreti italiani è finito il capo di gabinetto di Giorgia Meloni, un’indagine che nasce da un esposto contro ‘Domani’
Il capo di gabinetto della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è finito nei radar e nelle indagini di tre agenti segreti. Gaetano Caputi sale alla ribalta sulle notizie di cronaca, per essere finito nel mirino dell’AISI, Agenzia informazioni e sicurezza interna.

Una figura nota fin dall’insediamento al governo della leader di Fratelli d’Italia, che in passato aveva già ottenuto incarichi di un certo spessore, negli organismi di vigilanza di varie società ed enti pubblici. Il suo nome negli scorsi mesi era finito nel mirino del giornale ‘Domani’ per un’indagine portata avanti dai giornalisti e che aveva come tema centrale i conflitti di interessi dello stesso Caputi.
Notizia che il diretto interessato, contattato dal quotidiano, aveva preferito non commentare, evitando quindi tanto di confermare, quanto di smentire. Una decisione che, però, stona con le azioni legali che hanno seguito l’indagine e che l’hanno visto intervenire con un esposto attraverso il quale ha tentato di colpire il ‘Domani’, dopo l’inchiesta giornalistica del febbraio del 2024.
Una strada percorsa già in passato dal Ministro della Difesa Crosetto, anche lui nel mirino del giornale prima della salita al governo, per via delle sue consulenze milionarie dall’industria degli armamenti. Un apripista nella caccia alle fonti.
L’indagine e la figura di Del Deo
Eppure, dopo la messa in opera della Procura di Roma, le indagini portate avanti sui giornalisti indagati per rivelazione di segreto, non hanno portato a nulla, se non a un vicolo cieco dove non vi erano mezzi per decretare una sentenza favorevole all’esposto di Caputi. Piuttosto, a venire alla luce sarebbe stato materiale ben più scottante.

Si tratta di indagini riservate sul capo di gabinetto di Giorgia Meloni. Ricerche portate avanti dall’AISI, che portano però su una strada differente rispetto a quella percorsa dal Domani. Indagini in cui sembra avere un ruolo anche Giuseppe Del Deo, oggi secondo al Dis ed ex vicedirettore dell’AISI.
A svelarlo è lo stesso direttore dell’Agenzia, Bruno Valensise, che scrive come Del Deo abbia attivato un suo sottoposto – su input di Parente, ex direttore dell’AISI – per verificare lo stato di parentela tra la moglie di Caputi e un altro indagato. Una versione confermata dallo stesso Del Deo che, però, ha dichiarato di non aver chiesto nessuna interrogazione sulle banche dati.
Quest’ultimo, un dettaglio che i pm aveva individuato nel corso delle indagini, risultando delle ricerche sugli archivi digitali sulla situazione del capo di gabinetto. In particolar modo, quest’ultime facevano riferimento a tre interrogazioni su Caputi, presso la banca dati Punto Fisco.