Il tennista azzurro, battendo Shelton in semifinale, torna a 12 mesi di distanza dove tutto era cominciato, in finale nel primo torneo dello slam dell’anno
Gli appassionati italiani e tutti gli addetti ai lavori ancora stentano a crederci, ma quello che abbiamo vissuto in questi dodici mesi non è più un miracolo. Stiamo semplicemente ammirando mese dopo mese, torneo dopo torneo, alla prepotente ascesa sul trono del tennis mondiale di quello che diventerà uno dei più grandi tennisti della storia. Solo che non pensiamo sia possibile che questo nuovo fenomeno sia italiano.

Domenica 26 gennaio Jannik Sinner giocherà un’altra finale a Melbourne. Il campione in carica ha superato in semifinale l’americano Ben Shelton in tre set, rischiando grosso nel primo parziale, con due set point annullati, poi prendendo il largo. 7-6(2) 6-2 6-2 in 2 ore e 36 minuti l’esito del finale del match.
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L’ascesa del nuovo re
Tanti addetti ai lavori parlavano di lui come di un predestinato. Ma per confermare certi giudizi bisogna cominciare a vincere. Non bastano più le semifinali degli slam o i primi tornei Master 1000 vinti, non basta più aver trascinato la nazionale italiana a rivincere dopo quasi 50 anni la Coppa Davis, ma si comincia a delineare un mito solo dopo aver vinto il primo torneo del grande Slam della propria vita. Ecco perchè quella domenica mattina di un anno fa, quando Jannik Sinner con quel dritto lungo linea mise il punto esclamativo alla partita contro Medvedev, aggiudicandosi per la prima volta gli Australian Open, abbiamo finalmente realizzato che era tutto vero.

Avevamo visto compiersi l’impresa, materializzarsi il campione. Da quel giorno nulla è stato più come prima, sono arrivati altri tornei, altre vittorie, anche le semifinali perse le vedevamo e le giudicavamo con altri occhi, poi il bis agli Us Open contro l’americano Fritx, a casa degli americani. Impresa titanica, già leggendaria quanto basta per raccontarla per l’eternità. Poi il Master, cioè il torneo dei campioni, per ribadire che Sinner era il più campione di tutti, e poi il meraviglioso déjà-vu con gli azzurri per una pazzesca seconda Coppa Davis consecutiva. Da luglio Jannik è diventato, primo italiano di sempre, il numero uno al mondo. Sembrava impossibile fare meglio.
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Adesso viene il difficile
Arrivare in cima potrebbe anche risultare facile, rimanerci è comunque tremendamente difficile. Ecco perchè Sinner era atteso all’esordio assoluto a Melbourne. C’era curiosità nel capire se la fame era la stessa, la determinazione era la stessa, adesso tutti gli avversari lo avrebbero atteso al varco. Era lui quello da battere. Oggi è lui il Djokovic della situazione, oggi è lui il Federer da ammirare, ma anche da provare a fermare.

Ma Sinner c’è, anzi sembra addirittura migliorato non soltanto nei colpi, ma anche nel gestire i vari momenti di una partita, nel saper prima leggere e poi domare qualsiasi tattica dell’avversario, tanto da risultare in alcuni frangenti davvero ingiocabile. Per il numero 1 al mondo quella di oggi contro Shelton è stata la vittoria numero 20 consecutiva, come mai gli era riuscito in carriera. E soprattutto, se domenica dovesse battere Zverev in finale sarebbe un back to back mai riuscito a un tennista italiano. Un avviso chiaro e netto ai naviganti. Venitemi a prendere se ci riuscite.