L’ex giocatore di Lazio e Milan, richiamato per la seconda volta sulla panchina del Milan, si è sfogato in conferenza stampa sul suo modo di rapportarsi con i giocatori
Dopo esser stato esonerato a fine dicembre, Alessandro Nesta è stato richiamato sulla panchina dei brianzoli al posto di Bocchetti, per provare a raggiungere una salvezza che al momento pare quasi impossibile. Nulla però lo è davvero fin quando l’aritmetica non condanna, motivo per cui già a partire dalla partita contro il Lecce i biancorossi andranno alla ricerca dei punti necessari per poter puntare a rimanere in Serie A.
Uno dei difensori più forti degli ultimi anni sta tentando la difficile strada dell’allenatore e dopo aver intrapreso questa nuova carriera a Miami negli Stati Uniti, Nesta è tornato in Italia dove ha allenato prima il Perugia, poi il Frosinone e la Reggiana in serie B per provare il grande salto nella massima serie con il Monza.
Dopo poche settimane di interregno di Salvatore Bocchetti, Adriano Galliani ha richiamato Alessandro Nesta sulla panchina del Monza per tentare l’ultimo disperato assalto a una salvezza che sembra davvero oramai una missione impossibile.
L’ex difensore di Lazio e Milan, durante la conferenza stampa di presentazione di questa sua seconda avventura, si è lasciato andare a uno sfogo sul suo modo di gestire il gruppo squadra. “Ho avuto tre giorni a disposizione per poter lavorare, ho visto i nuovi e hanno portato entusiasmo. Chi è rimasto va tirato su di morale. La squadra viene da una partita pesante come quella persa a Roma contro la Lazio. Siamo una formazione da assemblare e motivare. Io sono stato mandato via per i risultati. Quello che mi era mancato non era la tattica, la mia mancanza è stata accendere la squadra”.
Soprattutto Nesta ha voluto precisare perchè ha sempre rifiutato l’etichetta dell’allenatore “troppo buono”. “Nella mia prima esperienza in Serie A ho fatto 10 punti in 17 partite, questa è la mia seconda chance. Non mi è stato dato nessun obiettivo e se riusciamo a salvarci veramente facciamo una grande impresa. Personalmente odio la gente che si mette in esibizione, giusto per farsi vedere. Non sono mai stato così. Non ho mai avuto bisogno di questi giochini. Parlate con i giocatori e chiedete se sono molle. Chiedete a Gianluca Caprari per esempio“. Per poi raccontare un aneddoto molto particolare.
“Con Caprari nell’intervallo di una partita ci siamo praticamente presi. Ci hanno praticamente divisi. Ma poi tutto è finito lì. Anzi, siamo andati a prendere un caffè insieme e ci siamo chiariti del tutto”.
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