Legambiente nelle scorse ore ha presentato i numeri del nuovo report “Mare Monstrum”, un’inchiesta sul mare italiano
I dati sono “da codice rosso”: 22.956 i reati accertati, +29,7% rispetto al 2022. La media è di 8,4 illeciti per km di costa, uno ogni 119 metri. Nel bilancio il ciclo illegale del cemento (che contribuisce al 45% del totale dei reati accertati lo scorso anno), dei rifiuti, mare inquinato, pesca illegale. Dedicato un focus anche alla violazione delle normative che regolano la nautica da diporto: 2.059 illeciti penali accertati anche nelle aree marine protette (+ 230% rispetto al 2022).
“Ribadiamo l’esigenza – ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle Arpa. Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale”.
Legambiente ha presentato il report alla vigilia del 14esimo anniversario dell’uccisione a Pollica del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità. La fotografia restituita mostra illeciti che aumentano ogni anno a un ritmo sempre più intenso: 25.545 le persone denunciate nel 2023, in aumento del 43% rispetto al 2022. Questo, nonostante l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022).
Anche i sequestri sono in crescita: 4.026 in totale, +22,8% rispetto al 2022. Un reato su due (50,3%) si concentra in Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), seguite dal Lazio (1.529 reati) e dalla Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni figurano Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Proprio quest’ultima regione è, invece, la prima come numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per km di costa (38,9), seguita da Friuli-Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9).
Di fronte a questo quadro, Legambiente ha lanciato una serie di proposte che hanno al centro quattro macro temi: la lotta all’abusivismo edilizio, alla maladepurazione, il trattamento dei rifiuti, il contrasto della pesca illegale. Tra le iniziative proposte un finanziamento per i Comuni che eseguono le demolizioni, sanzioni penali per i dirigenti infedeli, la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, nuove norme contro la pesca illegale.
“Il ciclo illegale del cemento – ha commentato Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente – rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili”.
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