Da Cogne a Muggia: quando mamma e papà si trasformano in assassini

L’omicidio del bimbo di nove anni ucciso a Muggia dalla mamma, è solo l’ultimo dei tanti casi di cronaca che si sono verificati in Italia. Da Cogne a Muggia, un fenomeno in larga crescita

Quando mamma e papà si trasformano in assassini! Un fenomeno che in Italia è purtroppo in grande crescita ed ha fatto registrare dei numeri terribili. Dal 2000 al 2023 nel nostro Paese si sono verificati 535 infanticidi: il 12,75% degli omicidi commessi in ambito familiare. L’omicidio avvenuto a Muggia, in provincia di Trieste (con una donna di 55 anni che ha sgozzato il figlio di nove) è solo l’ultimo evento che si è registrato in Italia.

Mamme assassine
Da Cogne a Muggia: quando mamma e papà si trasformano in assassini – Cityrumors.it – Ansa Foto

Alcuni hanno fatto storia (come l’omicidio di Cogne), altri sono stati dimenticati dall’opinione pubblica: ma si tratta di omicidi efferati, alcuni senza senso: e commessi dalle mani che avrebbero dovuto proteggere quei piccoli angeli, saliti alla cronaca per le loro sfortunate e assurde vicende.

Dal delitto di Cogne alle altre mamme che si trasformano in assassine

Il caso più eclatante si è verificato a gennaio del 2002 in una Villetta di Cogne: il piccolo Samuele Lorenzi fu trovato senza vita con ferite profonde alla testa, nel lettone dei genitori. La mamma, Anna Maria Franzoni, ritenuta colpevole dell’omicidio fu condannata a sedici anni di carcere. Dopo sei le sono stati assegnati i domiciliari per buona condotta. A maggio dello stesso anno in Veltellina, una donna di 31 anni ha ucciso la figlia di otto mesi mettendola nel cestello della lavatrice e attivando poi il lavaggio.  Sarà il padre a scoprire l’omicidio, rientrato in casa con l’altra figlia di 11 anni. A distanza di un anno una peruviana di 29 anni strangola e affoga nel wc di un ospedale la figlia di tre mesi, che era ricoverata per una caduta da una carrozzina. A marzo del 2004 una donna di 34 anni ha ucciso a Lecco  le sue tre figlie di 3, 10 e 13 anni. Poi ha tentato di togliersi la vita.

Franzoni e Panarello
Dal delitto di Cogne alle altre mamme che si trasformano in assassine – cityrumors.it – Ansa Foto

Difficile, quasi impossibile riuscire a entrare nelle pieghe della mente delle assassine e capire quali siano i motivi che le hanno spinto a compiere questi gesti. Depressione post partum, problemi mentali, incapacità di distinguere la reale portata dei gesti che si commettono. Nel marzo del 2005 una donna a Roma uccide con un colpo di coltello la figlia di due mesi, poi tenta il suicidio. Situazione simile a Vieste: la mamma soffoca i propri figli, di 2 e 5 anni, tappando loro la bocca con del nastro adesivo. In quello stesso modo, si suicida di lì a poco. È il padre, un uomo di 37 anni, a ritrovare senza vita i figli e la donna. A Casatenovo, in provincia di Lecco, una donna di 29 anni ha ucciso (annegandolo nella vasca da bagno), il figlio di cinque mesi.

Dal piccolo Loris Stival a Benedetta: piccoli angeli senza colpe

Fece scalpore, dal punto di vista mediatico, anche la morte del piccolo Loris Stival, che venne trovato in un canalone, a 4 chilometri dalla scuola che frequentava. La madre Veronica Panarello ne aveva denunciato la scomparsa qualche ora prima. La donna fu ritenuta colpevole e fu condannata a 30 anni di carcere. A Feniglio, in provincia di Grosseto, una donna ha ucciso il proprio bambino di 16 mesi, lanciandolo nelle acque della Feniglia durante una gita in pedalò. Nel suo pc, gli inquirenti ritrovano tracce riconducibili alla volontà della donna di ‘liberarsi’ del bambino.

I genitori di Loris Stival
Dal piccolo Loris Stival a Benedetta: piccoli angeli senza colpe – Cityrumors.it – Ansa Foto

Il 4 aprile del 2013 Francesca Sbano avvelena la figlia di 3 anni con del diserbante e subito dopo si lancia dal balcone della sua casa vicino Brindisi. Lascia alla famiglia un biglietto: ‘Benedetta la porto via con me’. La piccola muore qualche ora più tardi in ospedale. L’ultimo caso si era registrato a Novembre del 2024  Torino: Carola Finessi, 34 anni, annega sua figlia Perla, di 10 mesi, nella vasca da bagno, tentando successivamente di suicidarsi. Prima dell’arrivo dei soccorsi, che lui stesso aveva chiamato, il papà della bambina, Antonio Parriello, 34 anni, ha provato a rianimare la figlia, ma ogni tentativo è stato vano. La donna, da quanto emerso, era in cura dallo psicologo per la depressione che l’aveva colpita dopo il parto.

 

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