Ennesimo brutale episodio di femminicidio alle porte di Roma dove una donna di sessanta anni è stata trovata dal figlio nella villetta dove viveva da sola in un lago di sangue
Stefania Camboni, una donna di mezza età, è stata rinvenuta oggi senza vita all’interno di un villino in via Agropoli, a Fregene, la rinomata cittadina balneare sul litorale a nord della Capitale. Dalle primissime informazioni, sembra che vivesse da sola in una porzione di una villetta dove c’è anche l’abitazione del figlio con la moglie. A dare l’allarme infatti è stato proprio il figlio della donna che ha riferito di averla trovata morta stamattina quando è andato a trovarla.

Il femminicidio resta un fenomeno drammaticamente attuale, sono infatti quotidiani i bollettini che raccontano i numeri che rappresentano una vera e propria strage silenziosa. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, tra il 2020 e il 2023 i femminicidi in Italia sono aumentati, per poi calare del 6% nel 2024. Lo scorso anno sono state 113 le donne uccise, di cui 61 dal partner o ex partner. I femminicidi in ambito familiare e affettivo rappresentano circa il 65% delle vittime di omicidi domestici, con un lieve aumento del 3% rispetto all’anno precedente.
Colpita con 15 coltellate
Si chiamava Stefania Camboni la donna di circa 60 anni che è stata trovata senza vita all’interno di un villino dove abitava a Fregene, la località balneare alle porte di Roma. A trovare il cadavere è stato il figlio che abitava nell’altra porzione della casa con la moglie, che come tutte le mattine la passava a salutare prima di recarsi a lavoro.

Immediatamente sul posto sono arrivati i Carabinieri e il personale medico e paramedico che purtroppo non hanno potuto fare altro che constatare la morte della donna. Secondo le prime ricostruzioni la sessantenne è stata uccisa con 15 coltellate, sferrate all’addome e una profonda alla gola, inoltre, a un primo esame autoptico, il corpo presentava anche una frattura alla testa, probabilmente per aver violentemente sbattuto a terra dopo essere stata ferita a morte.
La vittima conosceva l’assassino
I Carabinieri della stazione di Ostia hanno immediatamente fatto scattare le prime indagini, subito sono stati ascoltati il figlio e la compagna per cercare di ricostruire le ultime ore della vittima.

Si indaga infatti a 360 gradi cercando anche di ricostruire le amicizie e le conoscenze della donna, al momento infatti gli investigatori non possono escludere alcuna pista e, anche se si cerca di mantenere il massimo riserbo sulle dinamiche che hanno portato a questa morte misteriosa, una delle prime evidenze che ha fatto prendere una direzione alle indagini è quella che la porta di casa non mostrava segni di effrazione come anche tutte le finestre della villetta. Un segno che la vittima probabilmente ha aperto al suo assassino.