Meno soldi a disposizione delle scuole, tempi stretti: molti istituti stanno rinunciando alle gite, privando gli alunni di un momento speciale. Gli ultimi due casi sono eloquenti
Le gite scolastiche, soprattutto quelle che comportano un pernotto notturno, rappresentano uno dei momenti più belli e difficili da dimenticare per gli studenti italiani. Vivere la quotidianità extra scolastica, passare dai tre ai sette giorni in compagnia dei propri compagni di scuola, è uno dei momenti più belli da ricordare per ogni studente. Alzi la mano chi non ricorda ancora oggi (a distanza di anni) le emozioni passate con i propri amici e amiche durante le gite organizzate dagli istituti scolastici…

Un’ emozione alla quale, purtroppo, sempre più studenti, saranno costretti a rinunciare. Numerose scuole stanno dicendo stop alle gite scolastiche: nella loro totalità, o in modo parziale. Gli ultimi due casi fanno discutere. Una scuola di San Benedetto del Tronto ha annunciato la gita pochi giorni prima della sua realizzazione, mettendo in seria difficoltà le famiglie, costrette ad organizzarsi in tempi stretti e con pochissimo preavviso, mentre un altri istituto di Ferrara ha preso una decisione ancora più controversa: limitando la partecipazione solo a chi ha voti alti.
Le scelte degli istituti: “Sembra fatto apposta per far rinunciare tutti”
Due storie che hanno portato a critiche e a giudizi negativi. La gita organizzata in fretta e furia dalla scuola marchigiana è stata annunciata dall’istituto tre settimane prima. La spesa (di circa quattrocento euro a ragazzo) e il poco preavviso, hanno portato ad un’esclusione di massa. “Sembra quasi che abbiano fatto di tutto per evitare di organizzarla”, hanno scritto sui gruppi whatsapp della classe, molti genitori degli alunni. Solo in sette avevano dato l’ok, portando la scuola a rinunciare.

A Ferrara, la preside della scuola, ha scelto di premiare solo gli studenti che hanno garantito una media alta: superiore al sette. La motivazione ufficiale è stata spiegata con dovizia di particolari: “Dal viaggio di istruzione – ha dichiarato – abbiamo escluso tutti quelli che avevano provvedimenti disciplinari, ossia note disciplinari a registro, poi tutti quelli con voti di comportamento inferiore a 8 nello scrutinio dello scorso anno. Solo tra quelli rimasti, non potendo superare una certa soglia finanziaria, abbiamo dovuto introdurre un altro criterio oggettivo, se no l’unica possibilità sarebbe stata il sorteggio e non ci sembrava corretto. Quindi abbiamo introdotto la media finale scolastica dello scrutinio maggiore o uguale al sette”.
Il motivo è essenzialmente economico: la scuola non poteva garantire o permettersi di far partecipare più alunni. Dovendo fare una scelta, ha provato a premiare quelli che ha ritenuto più meritevoli. Ma gli esclusi, “avranno la precedenza nella partecipazione al viaggio di istruzione del prossimo anno scolastico. Parliamo, infatti, di classi terze che hanno altri due anni prima del diploma”. In un mondo scolastico spesso distante dalla realtà, privare o limitare gli studenti di un momento di svago e di divertimento, sembra davvero complicato da accettare.





