Donald Trump ha deciso di rompere gli indugi e andare ad attaccare Teheran. Una situazione che rischia di far degenerare la situazione in Medio Oriente
Un attacco che era nell’aria da giorni anche se non si conoscevano i reali tempi. Gli Stati Uniti hanno deciso di rompere gli indugi e nella notte andare a colpire con successo tre siti nucleari iraniani. Un blitz fatto con i bombardieri B2 e concordato con Israele e che ha provocato la dura reazione da parte della stessa Teheran. Una situazione che in Medio Oriente si fa sempre più complicata e che rischia di degenerare in maniera definitiva.
L’Iran, infatti, ha annunciato che risponderà in modo molto duro agli Stati Uniti. Anzi i Pasdaran sono andati ancora più forti almeno con le parole dicendo che ridurranno in cenere le basi americani presenti in Medio Oriente. Per il momento Donald Trump si congratulato con il suo esercito e non ha rivelato le tempistiche di ulteriori attacchi (che ci saranno se non si arriverà alla pace ndr). Di certo la tensione è molto alta e il rischio di una guerra totale in Medio Oriente è davvero alto.
Cosa succede dopo l’attacco degli Usa all’Iran
Per il momento i rischi di una guerra allargata al di fuori del Medio Oriente sono molto bassi. La mossa degli Stati Uniti, almeno secondo il ministro della Difesa israeliano, è stata fatta perché le armi nucleari avrebbero messo a serio rischio gli interessi americani. Ora è da capire la risposta di Teheran. L’Iran ha confermato che il programma in questi siti andrà avanti senza sostane e, allo stesso tempo, si è detta pronta a reagire.
Per il momento gli attacchi missilistici continuano contro Israele e ancora nessuna base americana è stata colpita. Il rischio è molto alto tanto che Washington ha iniziato il rientro dei propri concittadini presenti nelle zone dove ci potrebbero essere attacchi. Una situazione in continua evoluzione che preoccupa non solo il Medio Oriente ma tutto il mondo.
Le prime reazioni a quanto successo nella notte sono arrivate dal segretario dell’Onu Guterres, che si è detto molto preoccupato, e dal premier britannico Starmer, che ha ribadito la centralità della stabilita e chiesto all’Iran di tornare al tavolo dei negoziati per una soluzione diplomatica.
