I responsabili medici lanciano l’allarme e puntano l’indice su un comportamento ormai diffuso dei nostri ragazzi: “Se non si interviene subito, si rischiano guai seri dal punto di vista cognitivo e comportamentale”
Un messaggio chiaro, rivolto al Governo e che lancia un allarme molto spesso sottovalutato. Cinquecento medici (pediatri) ed esperti in psichiatria, psicologia, pedagogia e neurologia hanno inviato venerdì una lettera aperta alle istituzioni, chiedendo con urgenza misure politiche concrete per proteggere meglio bambini e ragazzi.

Alcuni comportamenti, spesso troppo diffusi e sconsiderati. rischiano di provocare degli effetti dannosi e per certi versi indelebili. Soprattutto nella testa dei ragazzi più giovani. Rispetto al passato il pericolo è diventato sempre più ingente, tanto da spingere i responsabili medici dell’infanzia, a prendere seri provvedimenti. E a non ritardare una richiesta di aiuto che, mai come questa volta, sembra davvero l’unica via per evitare problemi più seri.
L’allarme dei medici: “Basta cellulare e social network per i nostri figli”
Quante volte ci sediamo a tavola, in un ristorante, in una pizzeria, o semplicemente a casa di amici, e vediamo che i bambini presenti, piuttosto che provare a intavolare una conversazione con noi, preferiscono guardare con continuità i video sul telefono cellulare? La scena è sotto gli occhi di tutti. Molti adolescenti sembrano quasi isolarsi dalla realtà che li circonda, convinti che nei video e nelle clip che vedono sfilare davanti ai loro occhi ci sia una piccola ancora di salvezza. I medici hanno invitato tutti ad interrompere questo tipo di comportamento, lanciando l’allarme sugli effetti dannosi provocati al sistema nervoso dei più piccoli dopo un eccessivo tempo trascorso davanti a uno schermo e dell’uso dei social media.

I pediatri stanno riscontrando effetti davvero allarmanti dell’uso eccessivo di schermi e social media sui giovani. Hanno notato un forte aumento di bambini e ragazzi che soffrono di privazione del sonno, ansia, problemi di concentrazione, dubbi sulla propria identità o depressione. Anche i problemi oculari sono in aumento e molti oculisti stanno quindi sostenendo la lettera aperta. “Nella nostra pratica quotidiana incontriamo bambini e ragazzi il cui benessere mentale è compromesso dall’eccessivo tempo trascorso davanti agli schermi”, afferma Peter T., psicologo di un’Università belga.
Disturbi alimentari e pensieri suicidi in aumento tra i più giovani
I responsabili sanitari hanno notato problematiche di questo tipo in numerosi adolescenti: spesso anche in tenera età (da zero a cinque anni). Un comportamento che, secondo molti psichiatri infantili, potrebbe causare problemi seri dal punto di vista cognitivo: e nell’apprendimento generale. Secondo gli esperti, sono aumentati in modo netto anche i giovani afflitti da disturbi alimentari e pensieri suicidi. Molti, collegano quest’evoluzione all’utilizzo eccessivo dei social network. “Immagini irrealistiche portano a un’immagine distorta di sé e a cattive abitudini alimentari nei giovani con una certa vulnerabilità”, afferma Sara V., psicologa di Grimbergen. “È urgente vietare l’uso dei social media per chi ha meno di una certa età”.

Gli operatori sanitari propongono diverse misure politiche concrete per contrastare l’uso eccessivo e inappropriato degli schermi. Ad esempio, chiedono una revisione urgente delle linee guida ufficiali su social media, smartphone e utilizzo degli schermi da parte di bambini e ragazzi. Sostengono normative più severe per le aziende tecnologiche a livello europeo. In particolare, chiedono che il limite di età per l’uso dei social media venga innalzato e che i bambini sotto i dodici anni siano attivamente tutelati. La richiesta è arrivata sul tavolo di diverse realtà europea. Il ministro belga Gennez è sceso in piazza ed ha chiesto con urgenza nuove norme più severe, che tengano sotto controllo i giganti della tecnologia. “Su piattaforme di social media come TikTok e Instagram, i bambini sono esposti ogni giorno a immagini di violenza brutale, ideali di bellezza completamente irrealistici, incitamento all’odio, fake news e consigli sanitari errati. Questo è pericoloso per il loro benessere fisico e mentale“, afferma. “La sicurezza dei nostri figli è troppo importante per lasciarla alla Cina o a Elon Musk. Fanno fortuna rendendo i nostri figli dipendenti da tutta quella spazzatura e non si preoccupano minimamente del benessere mentale dei nostri giovani”.
La prima proposta: divieto di iscrizione ai social fino ai tredici anni
La prima proposta, che verrà presentata al Parlamento Europeo, prevede il divieto di iscrizione ai social network per i bambini: “L‘età media in cui i bambini creano il loro primo account sui social media è di 8 anni (!), mentre in realtà bisogna averne 13 per crearne uno. Nella vita reale, consideriamo perfettamente normale stabilire limiti e applicare restrizioni di età per proteggere i nostri bambini e ragazzi, per guidarli e aiutarli a orientarsi nella vita. Perché dovrebbe essere diverso nel mondo digitale?“, sostiene. E auspica un dibattito approfondito. Parole che vengono accompagnate da una richiesta diretta ai genitori e che coinvolge anche la vita scolastica.

Secondo i politici europei, sostenere il lavoro degli insegnanti e condividere la necessità di una visione comune sull’argomento, non può che far aumentare le responsabilità: degli stessi educatori e dei genitori. “Non date il cellulare a vostro figlio in classe e sostenete l’insegnante se riceve un commento sul suo comportamento. Un bambino impara la disciplina quando sia la scuola che la famiglia comunicano lo stesso messaggio. I genitori investono nel futuro dei propri figli affermando l’autorità degli insegnanti, non indebolendola”, afferma.