Salire sule ambulanze non è piacevole, ma lo si fa sperando di poter risolvere un malessere. E invece a stare male sono stati gli operatori del 118.
E’ capitato certamente a tutti di avere personalmente un malessere o di dover assistere un parente che non si sente poco bene, per questo in casi simili è inevitabile ricorrere al 118, sapendo come spesso non ci sia davvero tempo da perdere. A volte sulle ambulanze troviamo medici che prestano servizio anche in questo modo, in altri si tratta invece di semplici volontari che hanno seguito una “vocazione” ma che sono opportunamente formati per dare tutto il supporto di cui ha bisogno un paziente.
In momenti simili ci si augura ovviamente che non possa esserci alcun imprevisto, ma non è quello che è accaduto la scorsa estate a Bologna, dove diversi operatori sono stati colti da malore. Solo ora, in seguito agli accertamenti fatti, sembrano esserci maggiori certezze su quanto accaduto.
Nel corso dell’estate 2023 erano stati ben sette gli operatori in servizio sulle ambulanze di Bologna a manifestare una serie di malori che avevano destato non poca preoccupazione. I sintomi erano stati piuttosto simili, dalla sonnolenza improvvisa al mal di testa e uno stato di forte stanchezza, oltre alla difficoltà a restare in equilibrio. Inevitabilmente, si era subito pensato che la causa dei problemi potesse essere la stessa, anche se in quel momento era difficile identificarla. Alcuni casi erano ritenuti più preoccupanti, al punto tale da optare per il ricovero in stroke unit, quella generalmente adatta a chi ha un attacco ischemico.
Ora i dubbi su cosa sia accaduto sembrano essere quasi del tutto risolti. Un ex infermiere è infatti finito agli arresti domiciliari a Bologna con le accuse di stalking e lesioni personali, le forze dell’ordine sono convinte lui abbia avuto un ruolo di primo piano nella vicenda.
In base a quanto emerso dalle indagini, infatti, l’uomo aveva senza alcuna giustificazione” la “disponibilità di un medicinale ad azione ansiolitica-sedativa, il cui principio attivo era stato rinvenuto nei campioni biologici prelevati da uno degli operatori intossicati”, si legge nella nota diffusa. Il diretto interessato aveva ammesso anche ad alcuni conoscenti di essere in possesso di quel farmaco, anche se a suo dire lo usava per calmare il suo cane ed evitare che potesse disturbare i vicini.
Non solo, alcune testimonianze delle parti offese avrebbero fatto emergere “la presenza dell’arrestato in occasione di vari episodi di intossicazione”. Pur di evitare di essere incriminato, il diretto interessato aveva scelto di auto-intossicarsi con un farmaco a base di benzodiazepine, mentre era poi emersa una lettera da cui sembrava trasparire l’esistenza di qualcuno che ce l’avesse con lui
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