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Cronaca

OpenAI risponde a Elon Musk: “Triste quello che ha fatto”

Elon Musk si schiera contro OpenAI: la società si difende e si rattrista per la decisione del fondatore di Tesla

Sta passando un periodo particolarmente complicato Elon Musk. Il noto imprenditore statunitense, di origini sudafricane, in questi giorni ha perso lo scettro di uomo più ricco del mondo, lasciandolo in eredità a Jeff Bezos e al suo patrimonio (netto) di circa 2 miliardi di euro. Dal 2021 aveva instaurato un dominio che a distanza di tre anni si è concluso con l’emersione di quello che, in questo ambito, può essere considerato il suo acerrimo rivale. Le difficoltà di Musk, però, non si fermano qui. In queste settimane, infatti, è alle prese anche con una diatriba legale con OpenAI.

Elon Musk durante un evento in Italia (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Nota per l’invenzione della piattaforma ChatGBT, OpenAI è una società che ha costituito un laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale. Nata nel 2015, tra i suoi fondatori risulta anche il nome dell’inventore della Tesla ed è proprio da queste basi che sarebbe nato lo scontro con i colleghi e co-inventori Altman e Brockman. Elon Musk contesta loro un abbandono di quella che sembrava essere la missione originaria dell’azienda – oggi di proprietà di Microsoft – ovvero quella di sviluppare l’intelligenza artificiale senza fini di profitto e solo a beneficio dell’umanità. Questo avrebbe reso l’AI una risorsa aperta, disponibile a tutti, ben diversa dalla versione attuale.

Musk, bugie o verità? La versione di OpenAI

Secondo gli avvocati di Elon Musk a “rompere il contratto iniziale” sarebbe stata in particolar modo la decisione di non rendere pubblico il codice sorgente della sua ultima versione GPT4. Stando alle email portate davanti al giudice, però, le cose non starebbero proprio come vengono raccontate dall’accusa. Da quanto si legge, infatti, lo stesso proprietario di X – ex Twitter – sembrava intenzionato a trasformare l’azienda in una fonte di reddito tale da competere con Google e Facebook, aumentando il suo fatturato intorno al miliardo di euro e, appena possibile, unirla a Tesla in modo da poter sfruttare maggiori risorse economiche. Un esito che, però, OpenAI non ha mai voluto accettare, motivo per cui la strada intrapresa si sarebbe distanziata dall’idea ‘muskiana’, oggi applicata in una nuova società d’intelligenza artificiale: xAI, creata subito dopo l’abbandono del progetto precedente.

Una rappresentazione dell’intelligenza artificiale

Sul proprio sito ufficiale OpenAI ha pubblicato un comunicato per mezzo del quale si dicono rattristati per la conclusione della collaborazione e del contesto creatosi: “Siamo tristi che si sia arrivati ​​a questo con qualcuno che ammiravamo profondamente, qualcuno che ci ha ispirato a puntare più in alto, solo per dirci che avremmo fallito, andando poi a fondare un concorrente e facendoci causa“.

Marco Ercole

Giornalista, scrittore, amante della lettura. Mi piace scrivere di ogni cosa, diversificare gli interessi, ma tendenzialmente mi occupo di sport da 20 anni, collaborando anche con Repubblica, FOXSports, Corriere dello Sport, Tuttosport, Il Millimetro e molto altro ancora.

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