Le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni proseguono senza sosta. Il marito è stato ancora una volta in caserma. Ecco chi è l’uomo
Sergio Ruocco è un semplice idraulico di 37 anni finito alla ribalta della cronaca dopo la morte della moglie Sharon. Il delitto di Terno d’Isola è ancora un mistero e l’attenzione è sempre puntata solamente sul compagno della giovane donna. Un qualcosa di usuale quando si parla di femminicidio, ma in questo caso possiamo dire che la posizione dell’uomo è assolutamente diversa dagli altri episodi simili.
Il 37enne, infatti, non è assolutamente tra gli indagati. Le ultime convocazioni in caserma, come precisato dall’Agi, sono state fatte per sbrigare formalità legate ad attività di indagine e da parte dell’uomo c’è la disponibilità ad andare tutti i giorni dai carabinieri per aiutare a trovare chi ha ucciso la compagna. Un delitto avvenuto ormai da quasi un mese e che ad oggi non ha un responsabile.
Bisogna dire che la posizione di Ruocco, a parte qualche indiscrezione mai confermata, non è mai stata realmente al vaglio degli inquirenti. L’uomo nella notte dell’omicidio è stato trovato a letto e le telecamere non l’hanno mai visto uscire prima della morte della compagna. Un alibi che si è sempre dimostrato di ferro tanto che l’uomo anche in queste ultime ore ha dichiarato di non avere bisogno di un avvocato per difendersi.
E bisogna anche dire che la famiglia di Sharon non ha mai dubitato di lui. Il rapporto tra i lui e genitori della donna uccisa è ottimo e il suocero lo ha definito come una persona splendida. Per questo motivo ad oggi non si hanno dubbi sull’estraneità di Sergio Ruocco nell’omicidio di Sharon. Le indagini continuano nella speranza di riuscire a individuare il responsabile dell’omicidio.
Le indagini sulla morte di Sharon proseguono, ma per il momento possiamo dire che non ci sono particolari testimonianze. In queste ore una donna ha raccontato al Corriere della Sera gli ultimi istanti di vita della giovane . Una donna, che era alla finestra al momento dell’omicidio, ha svelato di aver visto la vittima barcollare e poi cadere su un fianco dopo aver chiesto aiuto e tentato di suonare ai campanelli.
Parole che sono state dette anche agli inquirenti il giorno dopo l’omicidio. Ma da parte della testimone nessuna indicazione per individuare il killer di Sharon.
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