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Cronaca

Smart Working, adesso cambia tutto: cosa sta succedendo

Smart Working, in arrivo nuove regole: sta per cambiare tutto, cosa sta succedendo?

Un vero e proprio colpo di scena per quanto riguarda il mondo dello Smart Working. Lo stesso che abbiamo conosciuto ed anche apprezzato nel periodo della pandemia da Covid, quando milioni di persone sono state costrette a rimanere a casa e a non presentarsi più in ufficio. La loro vita lavorativa è cambiata visto che, quello che potevano fare in presenza, lo hanno fatto a casa. Ed anche per tantissimi anni. Tra l’altro con un vantaggio non indifferente sia da una parte che dall’altra.

Smart Working (Ansa Foto) Cityrumors.it

Adesso, però, pare che la situazione sia completamente cambiata. A partire da lunedì 1 aprile cambia davvero tutto. No, non si tratta affatto di un pesce d’Aprile. Il tentativo di prorogarlo, attraverso il Milleproroghe, è andato completamente a vuoto. I lavoratori fragili e coloro che hanno figli sotto i 14 anni non potranno più godere del lavoro agile. Il governo Meloni, su questo, è stato fin troppo chiaro: cercare di ritornare alla “normalità”.

Smart Working, dal 1 aprile si cambia: cosa succede?

Fino al 31 marzo lo smart working semplificato poteva essere richiesto da dipendenti del settore privato con figli under 14 a patto che non fosse presente un altro genitore. Oppure da lavoratori fragili con apposita certificazione medica. Visto che adesso tutto questo non sarà possibile il dipendente ritornerà in ufficio agli ordini del datore di lavoro. Per poter continuare ad usufruire di questa modalità il datore di lavoro, dopo aver negoziato l’accordo, dovrà effettuare le comunicazioni telematiche necessarie per attivarlo.

Smart Working (Ansa Foto) Cityrumors.it

Nel caso in cui tutto questo dovesse avvenire in ritardo si rischia una multa che può arrivare anche a 500 euro. Non cambiano le regole per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione: restano valide le misure previste dal ministro Paolo Zangrillo il 29 dicembre 2023: i soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute possono svolgere la prestazione in modalità agile. Quello che cambia è il paradigma: non c’è più un diritto del lavoratore agile a godere di una condizione particolare, ma un dovere per i dirigenti di adoperarsi “affinché ci siano le misure più adeguate a garantire la protezione del dipendente“. 

Con il terminare della pandemia molti lavoratori hanno frequentato nuovamente gli uffici pubblici. Di conseguenza i tempi di attesi agli sportelli sono aumentati. La Cgia di Mestre ha rivelato che nel 2023 la presenza di oltre 500mila dipendenti pubblici in smart working ha portato a una riduzione della produttività di molte amministrazioni pubbliche.

Cristiano

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