Affitti brevi, si mette male per i proprietari: ecco cosa cambierà dal 2026

Gli affitti brevi sono “esplosi”: negli ultimi anni sono diventati un vero business soprattutto nelle grandi città. Ma dal 2026 si inverte la rotta: brutti tempi per tanti proprietari.

Molti hanno iniziato forse per gioco, per arrotondare lo stipendio principale affittando, sporadicamente, una seconda casa ai turisti. Ben presto si sono resi conto che con gli affitti brevi, in alcune città, si guadagna molto di più di quanto si guadagna con gran parte dei lavori.

uomo con espressione preoccupata e nel riquadro una donna con in mano delle chiavi e una casetta in miniatura
Affitti brevi, si mette male per i proprietari: ecco cosa cambierà dal 2026/Cityrumors.it

Soprattutto gli affitti brevi rendono di più dei classici affitti a lungo termine 4+4. Quello che era iniziato come un modo per arrotondare e, al tempo stesso, aiutare le famiglie a fare vacanze risparmiando, si è trasformato in un vero e proprio business. Un business positivo per chi viaggia: un’intera casa a disposizione, maggiore autonomia e, solitamente, prezzi decisamente più bassi rispetto agli hotel.

Business che, però, di contro, sta creando non pochi problemi ad hotel e B&B e sta peggiorando il problema dell’emergenza abitativa: molti proprietari non affittano o non rinnovano il contratto a chi ha bisogno di una casa per lunghi periodi in quanto con i turisti si guadagna molto di più. Non da ultimo, tutto questo, ha fatto esplodere un terzo dramma: quello dell’over tourism. Dal 2026, però, si cambia rotta: per molti proprietari potrebbe mettersi davvero male.

Affitti brevi: ecco cosa cambierà dal prossimo anno

E’ stato uno dei business più fiorenti degli ultimi anni e continua a non conoscere crisi: il mercato degli affitti brevi è in crescita ma dal 2026 potrebbe cambiare tutto. I proprietari degli immobili locati ai turisti dovrebbero iniziare a preoccuparsi.

chiave dentro ad una porta aperta e sullo sfondo un letto
Affitti brevi: ecco cosa cambierà dal prossimo anno/Cityrumors.it

La pronuncia 186/2025 della Corte Costituzionale farà storcere il naso a molti proprietari d’immobili ma farà gioire molti gestori di hotel e B&B. Comuni e Regioni, se lo riterranno opportuno, potranno vietare o porre dei limiti in materia di affitti brevi. I giudici hanno puntualizzato che possedere un immobile non implica, in automatico, poterlo destinare a qualsiasi tipo di uso. Detto in parole semplici: molti proprietari, per decisione del proprio Comune, dal prossimo anno potrebbero non poter più affittare le proprie case ai turisti per brevi periodi.

Una perdita di denaro non da poco per chi, ad esempio, fino ad oggi ha affittato in località ad alta vocazione turistica come Venezia, Firenze, Roma, Napoli o Milano nei periodi di alta stagione. La Consulta – nel respingere i rilievi di incostituzionalità sollevati dal Governo contro la Regione Toscana – ha riconosciuto agli enti locali la facoltà di intervenire se lo riterranno necessario per il benessere collettivo.

Alcuni Comuni, infatti, potrebbero limitare o vietare la possibilità di affittare ai turisti se questo compromettesse la tranquillità degli abitanti. Decisione presa in virtù del fatto che i Comuni hanno una maggiore conoscenza dei territori rispetto al Governo centrale. I sindaci e gli amministratori hanno accolto con favore questa presa di posizione della Consulta. Preoccupati, invece, non solo i proprietari ma anche le diverse piattaforme di prenotazioni che temono un crollo.

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