Manovra 2026, il vero colpo alle pensioni non è l’anticipo: cosa cambia per chi oggi ha tra i 40 e i 55 anni

Molti italiani non se ne accorgeranno subito: non ci sarà un giorno preciso in cui la pensione diventerà improvvisamente più lontana, né una comunicazione ufficiale che lo dirà apertamente. Eppure con la Manovra 2026, qualcosa di profondo sta già cambiando.

La stretta sulle pensioni è solo una piccola appendice di una rivoluzione che riguarderà una fascia molto ampia della popolazione attiva. È una strategia silenziosa: l’uscita dal lavoro diventa meno flessibile, il TFR perde gradualmente il suo ruolo di riserva personale e la previdenza complementare smette di essere una scorciatoia per andare prima in pensione.

il ministro dell'economia giancarlo giorgetti che sbuffa in Aula
Manovra 2026, il vero colpo alle pensioni non è l’anticipo: cosa cambia per chi oggi ha tra i 40 e i 55 anni -(foto Ansa)- Cityrumors.it

Effetti che non si vedono oggi, ma che peseranno certamente domani ed a rischiare di più è una generazione precisa: lavoratori tra i 40 e i 55 anni, troppo giovani per beneficiare delle vecchie regole e troppo avanti con l’età per correggere facilmente il percorso. Capire cosa sta succedendo adesso significa evitare di scoprirlo quando il danno sarà irreparabile. Perché il vero rischio non è andare in pensione più tardi, ma arrivarci senza aver mai avuto la possibilità di scegliere.

Il Governo di Giorgia Meloni ha deciso modifiche che, a dire il vero, forse nessuno dei suoi elettori si sarebbe immaginato e, ancora una volta, il terreno su cui camminiamo più instabili, resta quello della previdenza sociale. La Fornero continuerà a dettare Legge ma non solo: non saremo nemmeno più pienamente padroni dei nostri soldi.

Manovra 2026: TFR all’Inps senza possibilità di scegliere

Era il tema più scottante, quello su cui c’era più “hype” per dirla con un termine tanto caro alla generazione Z: i giochi, per quel che riguarda le pensioni, ormai sono stati decisi e, a dispetto delle speranze di tutti, la Fornero continuerà a dettare Legge. Misure di pensione anticipata cancellate e non potremo nemmeno più disporre liberamente del nostro TFR.

vetrata di un ufficio dell'inps
Manovra 2026: TFR all’Inps senza possibilità di scegliere -(foto Ansa)- Cityrumors.it

Partiamo dalla notizia che farà tremare molti: addio al TFR in azienda. Ad oggi un lavoratore appena assunto ha tempo 6 mesi per decidere cosa fare del suo TFR, cioè il Trattamento di Fine Rapporto. Dal 2026 la musica cambierà: tutte le aziende con almeno 60 dipendenti dovranno fare confluire il TFR dei lavoratori nel fondo Inps. Dal 2032 l’obbligo verrà esteso anche alle aziende con solo 40 dipendenti e i lavoratori avranno solo 60 giorni per comunicare una decisione diversa.

Ma che cosa significa non poter lasciare il TFR in azienda? Lasciare il TFR in azienda significa riaverlo indietro qualora si decidesse di interrompere il rapporto di lavoro o si venisse licenziati: un gruzzoletto con cui poter ricominciare o da sfruttare anche per un anticipo per acquistare casa. Conferire il TFR in un fondo pensione, invece, significa poterlo riavere indietro solo al momento del pensionamento. Una possibilità di scelta in meno che, in molti casi, potrebbe significare una differenza molto più che simbolica.

Manovra 2026: addio pensione anticipata

Tutti attendevamo con ansia la data del 22 dicembre in quanto si sapeva da giorni che il Governo si sarebbe riunito per fare il punto sulla Manovra di Bilancio 2026. La stangata sulle pensioni è ancora più pesante di quello che avremmo immaginato.

il premier giorgia meloni
Manovra 2026: addio pensione anticipata -(foto Ansa)- Cityrumors.it

Non solo TFR all’Inps senza possibilità di scelta: sfuma anche la possibilità di accedere alla pensione a 64 anni anziché a 67 sfruttando la previdenza complementare. Questa alternativa era stata introdotta proprio dall’attuale Esecutivo con la legge di Bilancio 2025: coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996, da quest’anno, per accedere alla pensione anticipata a 64 anni con solo 25 anni di contributi potevano sfruttare anche la pensione integrativa in modo da raggiungere più facilmente le soglie minime richieste.

Infatti per poter andare in pensione a 64 occorre aver maturato un assegno pari almeno a 3 volte l’importo dell’assegno sociale (o 2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con due o più figli). Raggiungere tali soglie solo facendo affidamento sui contributi non è facile e, dunque, per agevolare tanti lavoratori, il Governo aveva introdotto la possibilità di sfruttare anche la previdenza complementare: possibilità cancellata con la nuova Manovra. Come cancellate anche Quota 103 e Opzione Donna. Alla fine la Fornero continuerà a dominare la scena.

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