Alcuni titolari di partita Iva sono tenuti a pagare una particolare tassa annuale: di cosa si tratta e a quanto ammonta l’imposta.
Il numero di conti corrente o deposito in Italia continua a crescere, basti pensare che, secondo le ultime stime, alla fine del 2020 quelli attivi nel nostro Paese ammontavano a circa 76 milioni, mentre i correntisti erano oltre 47 milioni, praticamente 2 italiani su 3.
Molto spesso, si decide di aprire un conto corrente non solo per depositare i propri risparmi, ma anche per motivi di lavoro, come accade per alcuni professionisti. I titolari di partita Iva che superano i 400mila euro di fatturato annuale, per esempio, sono obbligati ad avere un conto corrente dedicato. Per questi strumenti di gestione del denaro è prevista anche una tassa che scatta solo a determinate condizioni, stiamo parlando dell’imposta di bollo che per i titolari di partita Iva, in alcuni casi, ha un importo superiore.
Attraverso il decreto del Presidente della Repubblica n. 642 del 26 ottobre 1972 è stata introdotta l’imposta di bollo per i conti corrente. Si tratta di una tassa fissa rivolta i titolari di questi strumenti di gestione del denaro e che è prevista solo in alcuni casi.
L’imposta, difatti, è dovuta solo se la giacenza media sul conto supera la soglia dei 5mila euro, anche nel caso di conti cointestati. Questa giacenza viene calcolata dividendo la somma delle varie giacenze giornaliere (i saldi sul conto) per il periodo di riferimento, ossia la rendicontazione stabilita dall’istituto bancario. Quest’ultima consiste nell’invio al titolare dell’estratto conto che può essere trimestrale, semestrale o annuale. L’imposta di bollo ammonta a 34,20 euro all’anno per le persone fisiche e viene applicata dalla banca in base alla periodicità della rendicontazione, dunque, se si sceglie ad esempio, l’invio trimestrale, il titolare del conto è tenuto al pagamento di 8,55 euro ogni tre mesi. L’importo verrà addebitato direttamente sul conto corrente. Non è escluso, però, che la banca possa proporre ai clienti offerte particolari con l’imposta di bollo a carico dello stesso istituto.
Per quanto riguarda le persone giuridiche, ossia aziende, imprese ed i titolari di partita Iva, ad eccezione di quelli che non sono tenuti ad avere un conto corrente dedicato, come chi usufruisce del regime forfettario, l’imposta sale a 100 euro all’anno, a prescindere da quale sia la giacenza media. Anche in questo caso non cambiano le modalità di pagamento e l’importo verrà addebitato direttamente sul conto.
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