Coloro che hanno lavorato pochi mesi nella stessa azienda possono richiedere l’assegno INPS: i requisiti e l’importo.
Durante il percorso lavorativo di un dipendente, può capitare di imbattersi in un rapporto di breve durata. Che il contratto si concluda poiché il datore di lavoro decida di licenziare il dipendente o non assumerlo a tempo indeterminato alla cessazione del contratto, l’INPS ha il dovere di tutelare la parte lesa.
Come ormai noto, la NASpI è l’assegno di disoccupazione che viene erogato ai lavoratori dipendenti che perdono il lavoro in maniera involontaria. Se, dunque, un dipendente viene licenziato dal datore di lavoro, non gli viene rinnovato il contratto o, in alternativa, ha dato le dimissioni per giusta causa, allo stesso spetta una quota mensile pari ai contributi versati, per un massimo di due anni di erogazione.
La durata dell’assegno, nonché la quota spettante, è calcolata in base a due fattori: gli anni lavorati nella stessa azienda e lo stipendio percepito. Tuttavia, una domanda sorge spontanea: cosa accade se il lavoratore ha lavorato solo pochi mesi nella stessa azienda? Ha diritto anch’esso alla NASpI? In molti sottovalutano questa possibilità, ma la legge parla chiaro al riguardo.
In molti rinunciano alla NASpI poiché credono di non soddisfarne i requisiti. Tuttavia, è bene sapere che vi è una possibilità di poter ottenere questo beneficio anche se si ha lavorato per pochi mesi prima della perdita involontaria dell’occupazione.
Se si rispettano i requisiti la durata della NASpI dipende dalle settimane contributive accumulate negli ultimi quattro anni. Il lavoratore disoccupato potrà dunque ricevere un assegno per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive, fino a un massimo di 45 giorni. Quindi, se si ha lavorato per almeno tre mesi negli ultimi quattro anni, si potrà avere diritto alla Naspi per un periodo di 45 giorni.
Per quanto riguarda l’ammontare mensile della Naspi, dipende dalla retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni. Se la propria paga era inferiore all’importo di riferimento stabilito dalla legge, che per il 2024 è di 1.425,21 euro, l’assegno di disoccupazione sarà pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali. Se invece la retribuzione era superiore a questa soglia, si riceverà il 75% dell’importo di riferimento stabilito per legge, più il 25% della differenza tra la propria retribuzione media mensile e l’importo di riferimento.
Infine, è bene ricordare che l’importo della Naspi non può superare il limite massimo stabilito per legge, che per il 2024 è di 1.550,42 euro. Anche se la propria retribuzione media mensile durante il contratto era superiore a questa soglia, non si potrà ricevere più di questo importo come indennità di disoccupazione.
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