L’omicidio di Alessandro Venier da parte della madre e della compagna dell’uomo fa parlare, la criminologa: “Chissà cosa possa aver scatenato quest’ira”
“Non so cosa possa aver scatenato un odio così importante e allucinante nei confronti dell’uomo, ma è anche anomala la complicità tra la mamma della vittima e la nuora…”. Così la nota criminologa Roberta Bruzzone cerca di spiegare quanto è accaduto a Gemona dove due donne hanno ucciso e fatto a pezzi un uomo.

Le forze dell’ordine hanno arrestato la madre della vittima, Alessandro Venier, Lorena Venier e la compagna dell’uomo Marilyn Castro Monsalvo, la madre della bambina di appena 6 mesi che adesso è rimasta senza nessuno. Una storia allucinante e senza una spiegazione logica per quello che è avvenuto, nemmeno una criminologa nota come Roberta Bruzzone riesce a darsi una motivazione davanti a un omicidio così efferato e “anomalo”.
“Le motivazioni possono essere tante davanti a una storia così crudele e allucinante – spiega la Bruzzone che fa dei riferimenti ai femminicidi -, certamente gli uomini che uccidono le donne lo fanno spesso e volentieri per una mania di controllo e di possesso, succede anche in caso contrario, ovvero che siano le donne, sono casi rari, ma può accadere ed è successo, questa storia non si capisce da cosa è derivato un odio così importante“.
Bruzzone: “Dietro potrebbero esserci dei maltrattamenti ma è presto per parlarne e capire”
“Sono stata io e so che ciò ho fatto è mostruoso…”, sono state queste le parole usate dalla madre dell’uomo assassinato a Gemona, Lorena Venier che davanti ai magistrati ha reso una piena confessione come ha spiegato il suo legale dopo l’interrogatorio reso davanti al sostituto procuratore di Udine Giorgio Milillo.
La donna di 61 anni, nata e cresciuta a Gemona in provincia di Udine, ha ammesso di aver ucciso e fatto a pezzi il figlio Alessandro, di 35 anni. Quello che sconvolge è che la donna ha anche spiegato che dopo l’omicidio è andata regolarmente al lavoro fino a mercoledì sera. Di professione fa l’infermiera al Distretto sanitario di Gemona dentro l’ospedale. “Assurda la complicità tra le due donne, anche e soprattutto anomala – spiega Roberta Bruzzone -, anche perché se c’è stata una coalizione di questo genere che ha portato a una cosa così efferata, ci potrebbero essere delle motivazioni legate a qualche maltrattamento o a qualche torto che una delle due potrebbe aver subito. E’ un caso davvero particolare