Due ex generali cercando di spiegare cosa sta accadendo e fanno il punto della situazione sui colloqui di pace che si stanno portando avanti
“Non si capisce cosa stiano facendo e cosa stanno pensando di fare, anche perché la Russia prima o poi risponderà all’attacco che ha fatto l’Ucraina e bisogna stare attenti…“. E’ il monito di alcuni esperti militari ed ex generali che stanno seguendo questa situazione da molto vicino e che hanno il timore che non si riesca ad arrivare “non tanto a una pace, quanto innanzitutto a una vera tregua”, dice con un filo di voce Marco Bertolini, accompagnato da un altro generale come Leonardo Tricarico.

La tensione è molto più alta di quello che possa sembrare, anche perché l’attacco ucraino di qualche giorno fa è stato devastante perché sono stati attaccati obiettivi strategici molto importanti per Putin e “uno come lui non può lasciar passare impunita una operazione del genere, bisogna solo vedere che tipo di risposta ci sarà, anche perché ci sarà eccome“.
Per il generale Marco Bertolini non ci sono dubbi a proposito e non riesce a comprendere come sia possibile che si lascia quasi andare tutto così senza spingere più di quello che si sta facendo: “E’ importante quanto sta provando a fare Trump anche se si sta rendendo conto quanto sia complicato trovare una soluzione e stare in mezzo a una situazione che rischia di essere esplosiva, anche perché l’eventuale risposta russa all’Ucraina ci sarà ma bisogna vedere che tipo di reazione sarà“.
Putin attaccherà, bisognerà vedere la reazione di chi è vicino all’Ucraina, come gli inglesi…
I due generali sono stati sul campo e sanno che questi sono momenti delicatissimi, anche perché “mai come adesso si sono avviati colloqui che devono andare per forza in determinate direzioni se si vuole che tutto si appiani una volta per tutte, anche se mi rendo conto che non sia facile e anche gli americani stanno capendo, chi non si capisce ed è un po’ troppo lontano dal tavolo sono gli europei“, spiega Leonardo Tricarico.
Da mesi il generale porta avanti questa tesi di un’Europa che “sta facendo molto poco rispetto a quello che può e deve fare, ma sin dall’inizio di tutta questa situazione che c’è tra Ucraina e Russia“.

Il fatto che i colloqui vadano avanti e si parlino “è già un successo“, assicura Bertolini che resta molto guardingo su quello che si dovrò fare da qui in avanti, anche perché “la cosa buona ed è comunque un buon inizio è che si parli di scambio di prigionieri e anche di morti che da quanto ho capito siamo su numeri impressionanti”.