Crisi Medioriente, Hamas: “Liberiamo gli ostaggi, ma il piano Trump….”

La leadership terroristica di origine palestinese avrebbe dato il proprio assenso al piano di pace per gli ostaggi ma non è un sì totale

Fino all’ultimo minuto, secondo e attimo. Tra Israele e Hamas, gli ostaggi e la Palestina, soprattutto la Striscia di Gaza, c’è un refolo di vento ottimistico. A dirlo è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che dopo l’ultimatum che aveva dato ad Hamas ha ricevuto dallo stesso condizioni favorevoli per l’inizio di una trattativa di pace.

Un momento drammatico a Gaza per il recupero del cibo
Crisi Medioriente, Hamas: “Liberiamo gli ostaggi, ma il piano Trump….” (Ansa Foto) Cityrumors.it

Prima il Jerusalem Post poi Trump hanno confermato che Hamas avrebbe accettato la liberazione degli ostaggi ma allo stesso tempo chiesto di voler rivedere alcuni punti sulla trattativa per la Striscia di Gaza e la Palestina. Ma Trump era troppo contento per gli ostaggi e ha subito imposto a Israele di mettere a posto le armi e di non sparare più.

L’intenzione è quella di liberare gli ostaggi in modo sicuro e senza che ci siano rischi di alcun genere, poi però si dovrà mettere a tavolo con Hamas per trattare un piano di pace serio e che sia accettato dai leader per trovare un punto d svolta vero e duraturo in quel pezzo di terra. E’ un passo in avanti clamoroso, forse il più importante fatto in questi ultimi mesi di guerra e fuoco solo ed esclusivamente da una parte.

Un piano di pace che avanza mai come adesso

E’ obbligatorio che Israele fermi il conflitto all’istante anche perché Hamas è pronto a discutere la pace con il rilascio degli ostaggi, ma allo stesso tempo vorrebbero rivedere alcuni punti del piano legato probabilmente alle offerte che Usa e Israele sono pronte a offrire ai palestinesi. Una volta sistemate tutte queste situazioni, le parti si dovranno sedere per discutere su quella che sarà la posizione della Striscia di Gaza.

Sembra proprio che l’ultimatum che aveva dato Trump ad Hamas abbia funzionato in qualche modo anche perché la parte terroristica con la quale si sta trattando da mesi, abbia aperto al dialogo e si sia messo nella condizione per poter iniziare a parlare e questo anche grazie alla mediazione del Qatar e dell’Egitto, in seconda battuta.

I bombardamenti non sono ancora finiti a Gaza
Un piano di pace che avanza mai come adesso (Ansa Foto) Cityrumors.it

Per quanto riguarda la Flotilla, ci sono le parole dell’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled che durante la trasmissione l’Aria che Tira avrebbe rivelato che “non abbiamo trovato nessun aiuto alimentare sulle barche sequestrate“. Secca e perentoria la replica della portavoce italiana del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia: “Accuse infondate. Sulle barche partite dall’Italia c’erano casse di aiuti, alimentari e medicine, preparati dall’associazione Music for Peace“.

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