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Politica

Stellantis, la previsione del Ministro Urso: “Manca poco…”

La preoccupazione che hanno tanti lavoratori su stabilimenti e decisioni da prendere, col Governo che vigilia e pressa Elkann

Un caso nazionale che ancora non è risolto. Una vicenda che un giorno arrivano notizie positive o quanto meno che ci si avvicinano ad essere tali, altri negative e più che turbolenti. Il Governo pressa Stellantis, Elkann e tutti coloro che possono e devono decidere di investire in Italia, anche e soprattutto dopo i tanti contributi ricevuti negli anni.

Stellantis, la previsione del Ministro Urso: “Manca poco…” (foto Cityrumors.it)

Ad Atreju è arrivato il caso e il ministro dell’Impresa e del Made in Italy Adolfo Urso non poteva non spiegare la situazione anche perché il tavolo con Stellantis è aperto da tanto e troppo tempo, con l’azienda che ancora non dà le risposte che aveva promesso e rimanda, ma tra qualche giorno, il 17 dicembre, c’è un tavolo dove si approfondirà il tema e dove si cercherà di arrivare a dama.

Il ministro sostiene che “manca poco“, ma in realtà lo dice da diverso tempo, ma lui stesso mette pressione e fa il punto della situazione aggiungendo che “Stellantis ha garantito che investirà e che aprirà stabilimenti dove si concentrerà la produzione“. Ma poco dice su quelli che sono stati chiusi o dove è stata sospesa la produzione, anche per questo il leader di Azione Carlo Calenda lo pressa da tempo e chiede che sia più incisivo e che pretenda.

In effetti Stellantis, dopo quanto successo con Tavares e le mancate promesse, latita da diverso tempo, ma ora è il caso che ci siano delle risposte anche se la situazione dell’automotive non è proprio semplice da gestire: “Abbiamo chiesto di rimuovere l’ostacolo delle multe che scattano da gennaio. Bisogna farlo subito”.

“C’era una Caporetto e l’Europa lo capisca”

Per Urso che ha partecipato al dibattito ad Atreju con il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini che non è stato proprio tenero con Stellantis, tanto che ha detto con speranza che “l’uscita di Tavares dia a Stellantis la voglia di fare vedere che crede nell’Italia al di là di quello che è stato detto e fatto”. E il ministro Urso si accoda anche se ci tiene a ribadire un concetto molto serio e sul quale si è tergiversato un po’ troppo.

Abbiamo capito prima degli altri che si stava profilando la Caporetto dell’auto europea. Perché non abbiamo visione ideologica, ma pragmatica e responsabile su come affrontare la transizione ecologica e la politica industriale“, ha spiegato il ministro Urso che porterà tutto questo in Europa e anche a Stellantis per pressarla ancora di più.

“C’era una Caporetto e l’Europa lo capisca” (foto Cityrumors.it)

Un problema non solo italiano ma anche europeo e il ministro dell’Impresa non fa che ribadirlo e sottolinearlo con forza: “In questi mesi le case automobilistiche europee chiudono gli stabilimenti, annunciano licenziamenti e mandano in cassa integrazione i lavoratori per non produrre. Perché sta succedendo questo? Perché dal 1 gennaio scatta una delle norme folli del green deal europeo che prevede che le case automobilistiche devono sempre più vendere auto elettriche“.

Se non raggiungono la proporzione prevista dalle norme – ha ammonito il ministro Urso -, pagheranno delle multe. Avendo venduto meno auto elettriche di quelle che era loro imposto, e non potendone vendere di più, per non pagare multe pari a 17 miliardi le case hanno tre soluzioni: produrre e vendere meno auto endotermiche, chiudere gli stabilimenti, posso vendere nelle proprie reti di vendita le auto cinesi o si comprano le quote di chi produce elettrico come Tesla”.

Daniele Magliocchetti

Lo so, è un sogno un po' bizzarro, ma da piccolo sognavo di fare l'inviato di guerra, mi perdevo nei racconti di Ettore Mo, meraviglioso inviato del CorSera, su questa scia sono diventato un giornalista, meglio dire cronista (esistono solo le notizie), scrivendo e raccontando sport (principalmente), ma anche cronaca e politica per Ultime Notizie, Ansa, Repubblica e Messaggero, cartaceo e on line, contestualmente facevo (e faccio) anche radio passando per Radio Incontro, Radio Globo, Radio Sei, Radio Incontro Olympia ora solo Radio Olympia. Da sempre curioso del mondo e di chi ne fa parte.

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