Donald Trump ritorna a parlare dopo l’attentato. L’ex presidente in un’intervista al ‘New York Post’ ripercorre quegli attimi di terrore.
Attimi di paura e terrore. Così si possono riassumere i minuti che Donald Trump ha trascorso subito dopo l’attentato. Era lui l’obiettivo del 20enne in Pennsylvania, ma fortunatamente l’ex presidente americano è stato colpito ad un orecchio e non ha riportato particolari problemi dal punto di vista della salute.
Una esperienza che lo stesso Trump in un’intervista al New York Post ha “molto surreale. Non dovrei essere qui, dovrei essere morto. Ma grazie a Dio sono ancora vivo”. Parole che confermano la paura avuta in quei minuti concitati. Un attentato che, come ormai sappiamo, ha portato al ferimento dell’ex presidente e di altre due persone e alla morte di un uomo, seduto sugli spalti alla sinistra del podio e per sua sfortuna sulla traiettoria del fuoco incrociato.
Momenti di paura per Donald Trump, che si è ripreso quasi subito e mostrato il pugno chiuso ai presenti. “In molti hanno parlato di una foto iconica. Hanno ragione e non sono morto – ha aggiunto l’ex presidente citato dall’Adnkronos – di solito devi morire per avere una immagine simile”.
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca alla giornalista ha anche mostrato un livido sul braccio dovuto al fatto che gli agenti lo hanno buttato a terra subito dopo i colpi di pistola. Un gesto decisivo per salvargli la vita. Una esperienza che lo stesso Trump difficilmente si dimenticherà, ma sicuramente quanto successo non fermerà la sua campagna elettorale e la sua corsa verso la presidenza americana. Per molti analisti l’episodio della sparatoria non farà altro che aumentare le chance di un ritorno alla guida degli Stati Uniti. Vittoria che stando ai sondaggi è davvero scontata ed ora si avvicina sempre di più.
La responsabilità dell’attentato è stata data ai toni duri utilizzati in questa campagna elettorale anche da Joe Biden. Ed ora il presidente americano fa una mossa a sorpresa per cercare di non perdere ulteriori voti. Quale? Quella di annunciare un passo indietro sulle modalità dei comizi in programma nelle prossime settimane. Una decisione imposta “dall’attentato al mio predecessore. Non siamo nemici, ma tutti americani“.
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