Altro che chiedere un consiglio ai loro capi, i giovani vogliono risposte solamente da ChatGPT: situazione “fuori controllo”
Il mondo è cambiato. Su questo non ci sono dubbi. Soprattutto dal punto di vista della tecnologia che, con il passare del tempo, va a migliorare sempre di più. O forse no? Per quanto riguarda il mondo del lavoro, a quanto pare, la nuova generazione ha delle idee molto diverse rispetto a chi ha qualche anno in più di loro. La cosa certa è che è giovani vogliono avere meno responsabilità e, di conseguenza, anche meno stress.
Lavorare sì, ma anche riuscire a combaciare con la loro vita privata. Secondo un recente sondaggio da parte di “INTOO” e dalla società di ricerca “Workplace Intelligence” pare che una buona parte di giovani dipendenti il colloqui di lavoro viene visto come un “appuntamento romantico“. Un’altra parte, invece, rivela che i giovani preferiscono chiedere consiglio all‘intelligenza artificiale, alias ChatGPT. Invece che chiedere consigli ai loro capi.
Per la “Cnbc” i giovani si sentono particolarmente frustrati (47%). Gli stessi che chiedono consigli a ChatGPT rispetto ai loro capi (esseri umani). Il 44% vorrebbe allontanarsi dall’azienda in cui lavorano. A fare qualche precisazione ci ha pensato Mira Greenland, chief revenue officer di INTOO. Queste sono alcune delle sue considerazioni: “La soddisfazione e la lealtà dei dipendenti sono legate al supporto e agli investimenti che le aziende offrono loro. Anche uno stipendio competitivo non può superare questo ostacolo”.
Altro che numero all’interno dell’azienda, il dipendente preferirebbe avere un tipo di connessione molto più profonda con chi sta sopra di lui. Decisamente molto di più rispetto allo stipendio e alla fiducia del suo datore di lavoro. Ne ha parlato anche Stacie Haller, capo consulente di carriera di Resume Builder. La donna ha ricordato che i lavoratori hanno delle esigenze diverse: gli obiettivi di carriera da parte di un lavoratore Millenial saranno diversi da quello di uno appartenente alla Gen. Z o Baby Boom.
“Ci deve essere una cultura incentrata sui lavoratori in cui i loro devono sentire di essere supportati. Devono sapere che c’è spazio per crescere e imparare“. Di tutt’altro parere Amanda Haddaway, ad di “HR Answerbox”: “L’Intelligenza artificiale non potrà mai superare le sfumature del comportamento umano“.
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