L’iPhone sopravvissuto alla caduta dall’aereo dell’Alaska Airlines: ecco perché non si è rotto

Nonostante il volo da 5000 metri d’altezza, lo smartphone è stato ritrovato incredibilmente a terra tra i cespugli, intatto in tutte le sue componenti

Ha fatto ovviamente il giro del mondo la notizia dell’incredibile incidente, per fortuna senza conseguenze, del Boeing 737 Max 9 dell’Alaska Airlines, partito il 5 gennaio dall’aeroporto di Portland, nell’Oregon, e costretto a un atterraggio di emergenza per un problema di pressurizzazione in cabina. Un portellone d’emergenza è stato strappato via durante il volo aprendo uno squarcio enorme nella cabina, senza un’appratente spiegazione.

L’incredibile volo dell’iPhone senza rompersi – Cityrumors.it –

 

Ma ha fatto altrettanto il giro del mondo la notizia che un iPhone, dopo essere stato strappato letteralmente dalle mani del proprietario a bordo dell’aereo, a causa della violenta depressurizzazione, sia stato ritrovato perfettamente integro e funzionante in tutte le sue componenti a terra, dopo un volo di oltre cinquemila metri. Ma esiste una spiegazione che segue le leggi della fisica.

Incredibile episodio

La vicenda dell’aereo della compagnia aerea americana costretto a un atterraggio d’emergenza, a causa della depressurizzazione improvvisa causata da un portellone d’emergenza volato via improvvisamente, sarà analizzata a fondo dai tecnici e dalle commissioni apposite, nel frattempo tutti i Boeing 737 restano parcheggiati nelle piazzole per precauzione. Ma qualcuno ha provato subito a spiegare come ha fatto uno smartphone, volato via dalla cabina nello stesso incidente, a essere ritrovato a terra intatto e perfettamente funzionante. L‘iPhone giaceva per terra, ancora in modalità aereo e con la batteria carica al 50%. Lo schermo, completamente intatto, mostrava una ricevuta di 70 dollari per due bagagli registrati sul volo Alaska Airlines 1282. Il passante, di nome Sean Bates, ha trovato il dispositivo atterrato dopo una picchiata di oltre 5000 metri, mentre camminava lungo Barnes Road, vicino all’autostrada 217 a Portland, in Oregon. Sicuramente sul miracolo ha influito la resistenza che oramai hanno gli smartphone moderni, poi le protezioni di cui tutti più o meno vengono dotati, proprio per salvarsi dalle cadute accidentali e in ultimo il luogo della caduta. 

Non è stato un miracolo

“La risposta al quesito è una sola: la resistenza dell’aria”, ha affermato Duncan Watts, ricercatore all’Istituto di astrofisica teorica dell’università di Oslo. “Un iPhone o un qualsiasi altro telefono che cade dal cielo, in realtà, non precipita così velocemente come ci aspetteremmo proprio a causa della resistenza dell’aria”. Qualsiasi oggetto che cade verso la Terra raggiungerà un punto, noto come velocità terminale, dove la forza di gravità non potrà più accelerarlo a causa della resistenza dell’aria. “Se il telefono cade con lo schermo rivolto verso terra, ossia ‘di piatto’ c’è molta resistenza, ma se cade in verticale ce n’è un po’ meno“, ha detto Watts. “Più grande è lo smartphone, minore è la velocità terminale”, ha detto. “La velocità massima di 160 chilometri l’ora sarebbe raggiunta solo se cadesse ‘in verticale’, ossia con lo schermo perpendicolare al suolo” e il paradosso sottolineato da Watts è che un telefono che cade da una tasca colpisce il suolo a circa 16 chilometri l’ora, mentre uno precipita da un aereo probabilmente raggiunge soltanto gli 80 chilometri l’ora. L’erba e il fogliame del cespuglio su cui è caduto, l’iPhone precipitato dall’aereo, hanno fatto il resto. Di certo però resta l’enorme spot mondiale per la casa di Cupertino. 

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