Scandalo in Grecia: Adidas pubblica una foto di sneaker sull’Acropoli senza autorizzazione. Il governo greco protesta e annuncia azioni legali
L’Acropoli, simbolo millenario della civiltà greca, non è un cartellone pubblicitario per sneaker multicolori. E la Grecia, giustamente, non l’ha presa affatto bene. Una pubblicità di Adidas che ha immortalato una scarpa sull’iconico sito archeologico ha scatenato un’ondata di indignazione, tanto che il governo ha promesso azioni legali. La motivazione è chiara: nessuna autorizzazione era stata concessa.

«Non è stata rispettata la procedura legale», ha dichiarato senza mezzi termini la ministra della Cultura Lina Mendoni, pressata dai media e dai partiti di opposizione di sinistra. Il concetto è cristallino: l’Acropoli non è uno sfondo qualsiasi per scatti promozionali. “È ovvio che si tratta di una cattiva immagine, molto spiacevole, è come se la scarpa Adidas avesse preso a calci l’Acropoli“, ha chiosato la ministra alla radio Skaï, esprimendo un’offesa che va ben oltre la semplice infrazione burocratica.
E le conseguenze non si faranno attendere. Mendoni ha annunciato che verrà sporta denuncia contro “chiunque sia responsabile” ai tribunali, che avranno il compito di fare piena luce sulla questione.
La filiale greca di Adidas non ha ancora risposto alle richieste di commento, ma la foto incriminata, finita in prima pagina su numerosi media, è stata scattata giovedì sera durante uno spettacolo di droni organizzato dalla società Essence Mediacom. Si trattava, a quanto pare, di un evento promozionale per un prodotto Adidas, allestito sulla spianata del Palazzo Zappeion. Questo edificio neoclassico, nel cuore di Atene, è gestito da una commissione governativa e supervisionato dal Ministero delle Finanze.
Adidas, l’Acropoli e la legge e la tutela del patrimonio
Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, il 30 aprile Essence Mediacom avrebbe chiesto alla direzione dello Zappeion il permesso per lo spettacolo, ottenendolo per un affitto di “soli 380 euro”. Una cifra che, se confermata, sembra irrisoria per un evento di tale portata e in una location così sensibile. Anche Essence Mediacom, contattata, non ha rilasciato dichiarazioni. Ma per la ministra Mendoni, il punto è un altro: “La direzione di Zappeion avrebbe dovuto chiedere l’approvazione per questa autorizzazione al Ministero della Cultura“.

Il cuore della questione è una violazione delle norme che tutelano il patrimonio archeologico. “C’è una violazione della legge sui beni archeologici“, ha ribadito Lina Mendoni. In Grecia, la legislazione che disciplina le riprese fotografiche nei siti archeologici, spesso risalenti a oltre 2.500 anni fa, è estremamente severa.
Τι άλλο θα πουλήσουν;;
Έχει ρε μάγκες πάτο το βαρέλι;; #ακροπολη #παρθενωνας #adidas pic.twitter.com/E46LSJ5j7u
— Greek Ice Hockey🇬🇷 (@GreeceIceHockey) May 16, 2025
L’Acropoli, con il suo tempio del Partenone risalente al V secolo a.C., è un sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Ha accolto oltre 4,5 milioni di visitatori nel 2024. Non è un luogo dove si scherza con la sua immagine.
Solo all’inizio di aprile, il Ministero della Cultura aveva già respinto la richiesta del regista greco premio Oscar Yorgos Lanthimos di girare un film proprio sull’Acropoli, motivando il diniego con il fatto che le scene del film non si adattavano all’immagine e al decoro del sito storico. Un precedente che rende ancora più incomprensibile la leggerezza con cui è stata gestita la vicenda Adidas.