⁠Si faceva chiamare il “Gesù siberiano”: condannato a 12 anni di carcere

Ex vigile urbano, sedicente reincarnazione di Cristo, condannato a 12 anni in Russia per abusi psicologici e sfruttamento dei suoi migliaia di seguaci

Fine della corsa per il cosiddetto “Gesù Siberiano”. Il leader di una bizzarra setta, che affermava di essere nientemeno che la reincarnazione di Gesù Cristo, è stato condannato a 12 anni di “riflessione” in un campo di prigionia russo. Il motivo? L’accusa pesantissima di abuso psicologico nei confronti dei suoi migliaia di seguaci.

Vissarion, il Gesù Siberiano
⁠Si faceva chiamare il “Gesù siberiano”: condannato a 12 anni di carcere (Screenshot YouTube) – Cityrumors.it

Il protagonista di questa incredibile vicenda è Sergei Torop, un ex vigile urbano. Per le migliaia di fedeli che lo seguivano, il suo nome era “Vissarion”. Ovvero, “Colui che dà nuova vita”. La sua ascesa iniziò nel 1991, l’anno del crollo dell’Unione Sovietica. In quel momento fondò la “Chiesa dell’Ultimo Testamento” in una remota area della regione di Krasnoyarsk, in Siberia. La nascita del culto, a suo dire, fu il risultato di una “rivelazione divina”.

Capelli lunghi, vesti ad hoc, l’eccentrico russo si presentò con grande modestia come la reincarnazione di Gesù Cristo. Il bello è che la sua figura riuscì a raccogliere migliaia di seguaci.

La popolarità del culto crebbe rapidamente. Si formò addirittura una comunità chiusa e autosufficiente attorno a “Vissarion”. L’obiettivo dichiarato era “semplicemente” di salvare l’umanità dalla “fine dei tempi”. Un nucleo di fedeli viveva isolato su una collina in Siberia, conosciuta come “Dimora dell’Alba” o “Città del Sole”. Con lo scoppio della pandemia di coronavirus, la setta era diventata ancora più ermetica.

Il raid in elicottero e le accuse di “manipolazione psicologica”

La fine dell’era di “Vissarion” arrivò nel settembre 2020. Il leader e due dei suoi più stretti collaboratori furono catturati durante un drammatico raid in elicottero. Era stato condotto dal servizio di intelligence russo FSB nella regione di Krasnoyarsk. Un’operazione spettacolare che mise fine all’isolamento del culto.

Il Gesù siberiano
Il raid in elicottero e le accuse di “manipolazione psicologica” (Screenshot YouTube) – Cityrumors.it

Lunedì scorso, la Procura generale russa ha confermato le accuse. Il “Gesù Siberiano” e i suoi due collaboratori sono stati ritenuti colpevoli. L’imputazione è aver creato un’organizzazione religiosa che violava i diritti civili dei suoi membri e causava loro danni fisici e mentali. Specificamente Torop è accusato di “manipolazione psicologica” per controllare i suoi seguaci, sfruttandoli per lavoro e denaro. Insieme ai complici, “Vissarion” avrebbe estorto soldi ai fedeli ed esercitato “pressioni psicologiche”, causando “gravi danni alla loro salute”.

Le azioni di Torop avrebbero provocato “danni morali” ad almeno 16 persone. Altre 6 soffrirebbero di “gravi problemi di salute”. Una persona, infine, avrebbe subito danni “moderati”. Il leader della setta, ora 64enne, è stato condannato a 12 anni di carcere in una colonia penale russa di massima sicurezza nella città siberiana di Novosibirsk.

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Anche i suoi due complici, Vadim Redkin e Vladimir Vedernikov, hanno ricevuto pene severe. Rispettivamente 11 e 12 anni di carcere. Oltre alla detenzione, dovranno pagare un risarcimento complessivo di 45 milioni di rubli russi (circa 485.000 euro). Nonostante la gravità delle accuse e l’evidenza dei fatti, i tre hanno negato ogni illecito.

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