Al via i riscaldamenti: quanto peseranno nelle bollette degli italiani?

I dati sono eloquenti: negli ultimi dieci anni gli italiani hanno visto levitare il prezzo delle bollette per l’elettricità: cosa accadrà quest’anno?

Alcune regioni italiane stanno per far partire i riscaldamenti all’interno delle abitazioni. Dal prossimo mercoledì sarà infatti possibile accendere gli impianti di riscaldamento in quasi tutte le province del Nord (generalmente le prime a partire) e nelle zone di montagna del Centro e del Sud Italia (come ad esempio Enna, Potenza, Perugia e all’Aquila).

Bollette in aumento
Al via i riscaldamenti: quanto peseranno nelle bollette degli italiani? – cityrumors.it – Ansa Foto

Il calendario scaglionato porterà gli abitanti delle altre zone del centro e del meridione a far slittare l’accensione di qualche giorno. Gli ultimi che si adegueranno saranno gli abitanti delle provincie calabresi (Crotone e Reggio Calabria) e della Sicilia (tranne Enna e Caltanissetta, che si muoveranno in anticipo): per loro i riscaldamenti si accenderanno nella prima settimana di dicembre.

I costi delle bollette in Italia in costante crescita: i dati degli ultimi dieci anni

L’accensione degli impianti, porterà inevitabilmente a fare i conti con l’aumento delle bollette e dei costi che ogni famiglia sarà costretta a sostenere. Una situazione che da anni ha portato numerose famiglie a vivere situazioni di enorme difficoltà. Secondo un recente studio effettuato da Confedilizia, in Italia la situazione è peggiorata in modo clamoroso: negli ultimi dieci anni (a partire dal 2015)  il prezzo dell’elettricità è aumentato di ben il 74%, quello del gas di oltre il 39% e quello dell’acqua del 47,6%.

Il caro bollette
I costi delle bollette in Italia in costante crescita: i dati degli ultimi dieci anni – cityrumors.it – Ansa Foto

Numeri clamorosi, che testimoniano lo stato di enorme difficoltà che porta gli italiani a fare i conti con problemi sempre più gravi relativi alle spese e al mantenimento dei costi. Tra tutti questi, è schizzato alle stelle, il costo della fornitura idrica: negli ultimi dodici mesi si sono riscontrati rialzi del 4,8% tra giugno, luglio e agosto, e  del 4,7% in settembre, dopo incrementi superiori al 6% all’inizio del 2025. Leggermente minore è invece la crescita del costo della raccolta dei rifiuti, che a settembre scorso ha fatto registrare un rialzo dell’1,8%, dopo un lungo periodo  di aumenti superiori al 3%. Quanto peseranno i costi dei riscaldamenti anche nelle prossime bollette? Secondo una stima, la situazione non dovrebbe cambiare rispetto al passato.

Le nuove regole: quando e quanto si potranno tenere i riscaldamenti accesi?

Le famiglie si affidano alle buone notizie, che sono arrivate dalle bollette di gas e luce, che in controtendenza e dopo una serie di rincari primaverili, hanno visto die dati finalmente positivi. Settembre è stato  un mese di flessione dei prezzi, rispettivamente del 5,6% e del 5,8%. Anche l’indice del Gme registra nello stesso periodo un prezzo medio in diminuzione del 23%. Il consiglio, da parte delle autorità dei consumatori, resta sempre lo stesso: controllare il proprio contratto ed eventualmente cercare sul mercato offerte più convenienti. Rispettare la data di accensione dei riscaldamenti è importate per evitare multe che possono raggiungere i 3.000 euro. Da rispettare pure il livello della temperatura che per le abitazione è stata fissata a 20 gradi con una tolleranza fino a 22 gradi e la quantità di ore nelle quali i riscaldamenti possono rimanere accesi.

Termosifoni accesi
Le nuove regole: quando e quanto si potranno tenere i riscaldamenti accesi? – cityrumors.it – Ansa Foto

Esistono infatti delle province, considerate più calde, dove i caloriferi potranno restare in funzione solo poche ore al giorno (al massimo sei). Quelle invece catalogate come le più fredde, potranno arrivare a ben quattordici ore di accensione. Non avranno limiti invece le provincie di Trento, Cuneo e Belluno. Tra i capoluoghi più importanti, spicca Milano, che fa parte della cosiddetta Zona E: il capoluogo, dal prossimo mercoledì e fino al quindici di aprile, potrà consentire ai propri cittadini di tenere i termosifoni accesi per quattordici ore. Diversa è invece la situazione di Roma, Firenze, Genova, Siena e Caltanissetta, che fanno parte della Zona D: gli abitanti di queste città possono scaldarsi in modo autonomo per dodici ore, dal primo novembre al trentuno di marzo. Le città in zona B possono tenere i caloriferi acesi 8 ore e quelli in zona A (dove si trovano località come l’isola di Lampedusa e Porto Empedocle) solo 6 ore e dovranno chiuderli al 15 marzo

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