Dopo essere stato rinviato diverse volte, da questa mattina sono in corso le operazioni della polizia per liberare gli spazi occupati dallo storico centro sociale di via Watteau nel capoluogo lombardo
E’ in corso a Milano lo sfratto del centro sociale Leoncavallo e sul posto, da questa mattina all’alba, sono presenti gli agenti della polizia di Milano a supporto dell’ufficiale giudiziario per lo svolgimento delle operazioni di sgombero. Dopo innumerevoli rinvii, questa volta lo sfratto è in atto e, anche se era stato inizialmente notificato per il 9 settembre prossimo, si è deciso di anticipare i tempi per procedere alla bonifica dello stabile.
Il Leoncavallo è lo storico centro sociale autogestito di Milano. Nato negli anni Settanta, in uno spazio proprio della via da cui prende il nome nel quartiere Casoretto, si è in seguito spostato in via Watteau nel 1994, rappresentando per decenni uno dei luoghi simbolo della controcultura milanese, ospitando concerti, iniziative politiche e attività sociali. Una storia sempre sospesa tra sgomberi, trattative con le istituzioni e tentativi mai concretizzati di regolarizzazione. Dopo tanti rinvii oggi è arrivato il giorno dello sgombero.
Dopo una lunga battaglia giudiziaria, stamattina sono in corso le operazioni di sgombero e bonifica degli storici spazi del centro sociale Leoncavallo di via Watteau a Milano. Anche se l’ennesima notifica di sfratto era stata posta per il 9 settembre, è stato deciso di anticipare il blitz e da questa mattina alle 7:30 tutte le vie di accesso a via Watteau sono presidiate dalle Forze dell’ordine.
Ancora non è chiaro quante persone si trovino all’interno perchè alcune porte dello stabile risultano sbarrate e l’intervento è in corso, anche se le prime notizie portano a pensare che il centro sociale sia attualmente vuoto. Il Leoncavallo, il centro sociale probabilmente più popolare d’Italia, fu fondato a Milano nel 1975 proprio nell’omonima via del capoluogo lombardo, poi da lì venne sgomberato nel 1994, per trasferirsi e riaprire nell’attuale sede nel quartiere Greco.
Negli ultimi venti anni sono stati programmati più di un centinaio di tentativi di sgombero, tutti andati sempre a vuoto per vari cavilli giudiziari, ma questa volta la svolta decisiva è arrivata dalla sentenza della Corte d’appello dello scorso 9 ottobre 2024, che ha condannato il ministero dell’Interno a risarcire oltre tre milioni di euro ai proprietari dell’area, la società immobiliare “L’Orologio” della famiglia Cabassi. Si è arrivati quindi alla richiesta di un risarcimento a Marina Boer, la presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo, l’associazione che aveva anche presentato una manifestazione d’interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi, che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall’attuale spazio, da parte dello stesso Viminale.
Una vicenda quindi piuttosto complicata, tipicamente italiana, dove si sono intrecciate anche ragioni politiche che negli anni hanno rallentato l’esecuzione dei vari mandati di sgombero. “Nel corso della giornata di oggi gli agenti della questura di Milano saranno impegnati nelle operazioni di messa in sicurezza e di vigilanza dell’area circostante Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”, han scritto questa mattina sul profilo ufficiale di X il Ministro Matteo Salvini.
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