Attentato a Mosca, l’esperto: “Ecco perchè l’Isis ha attaccato la Russia”

Marco di Liddo, Direttore del Centro Studi Internazionale, in esclusiva a Cityrumors.it: “La Russia è da sempre  un obiettivo centrale delle attività jihadiste”

Cosa si nasconde dietro l’attentato al teatro di Mosca? Perchè l’Isis ha deciso di attaccare con questa veemenza il cuore della Russia? Marco Di Liddo, Direttore del Centro Studi Internazionale (Ce.S.i.), spiega in esclusiva ai nostri microfoni, cosa si cela dietro il massacro di oltre 115 persone, avvenuto nella capitale russa e rivendicato dall’Isis.  Il gruppo militante ha dichiarato in una nota sulla sua agenzia di stampa Aamaq, che l’attentatore suicida ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva tra i Talebani riuniti vicino alla banca. Abdul Mateen Qani, portavoce del ministero degli Interni talebano, ha dichiarato che l’obiettivo dell’attacco erano i civili del posto. 

Il direttore del Centro Studi Internazionale Marco Di Liddo – Cityrumors.it

Dottor Di Liddo, avete subito pensato che dietro questo attacco si nascondesse l’Isis?
“Sin dalle prime immagini che circolavano ieri, il sospetto che la matrice fosse di tipo jihadista, quindi ISIS, si è incuneato molto forte. Poi dopo la rivendicazione non ci sono stati più dubbi. Questo perchè la dinamica rappresenta una modalità che abbiamo visto più volte, sia in Europa che nel resto del mondo. Ha ricordato l’attentato al Bataclan o il  West gate di Nairobi: tutti quegli obiettivi che una volta erano conosciuti come soft target”.

Di cosa si tratta?
“Di obiettivi non militari:  concerti, centri commerciali, ristoranti e quant’altro. Una divisione che purtroppo, da qualche anno a questa parte non esiste più e che il terrorismo jihadista ha immediatamente eliminato da dal 2001, specificando che gli obiettivi civili erano obiettivi legittimi”.

Cos’altro vi ha fatto pensare che dietro questo attentato si nascondesse l’Isis?
“Anche l’obiettivo che è stato scelto e che ha fatto pensare ad una lunga pianificazione. E’ stato scelto un grande complesso per concerti con centro commerciale  alla periferia nord-ovest di Mosca, quindi oltre il limite del loro raccordo anulare. In una zona esterna della periferia di Mosca, un luogo probabilmente meno controllato. La Russia ha una tradizione legata a questo tipo di attacchi ed oggi si è scoperta nuovamente vulnerabile”.

Agli attacchi terroristici?
“La guerra in corso drena molte risorse, sia per quanto riguarda la componente militare che per quanto riguarda la componente di intelligence e controspionaggio, quindi la sicurezza interna è sicuramente limitata.  Perché, a dispetto di quello che spesso si immagina erroneamente, le forze dello Stato, , hanno risorse illimitate e devono adattarsi anche alle minacce contingenti in questo momento. Molto probabilmente la maggior parte dell’attività è mirata al contrasto del dissenso interno, che è emerso in modo veemente dopo le recenti elezioni. Putin è impegnato a contrastare tutti quegli attori come sabotatori, spie o anche l’estrema destra russa, che si muovono nel contesto del conflitto ucraino”.

L’attentato al teatro moscovita che ha portato alla morte di oltre 115 persone – Cityrumors.it

Che risposta c’è stata da parte del Governo?
“Detto in parole povere, la Russia non ha fatto una bellissima figura. I tempi di risposta da parte delle delle forze speciali russe e delle unità contro il  terrorismo sono stati dilatati. Ci hanno messo davvero troppo tempo ad arrivare sul posto. La risposta poteva e doveva essere più rapida”.

Perchè l’Isis ha attaccato la Russia?
“L’Isis attacca la Russia, perché la Russia da sempre è un obiettivo centrale delle attività jihadiste. Lo è stato inizialmente nel contesto  storico delle delle guerre in Cecenia, ma poi lo è diventato come target globale per la sua attività antiterroristica svolta anche soprattutto nel contesto siriano. Anche se, in questo caso è doveroso fare una precisazione: l’intervento russo in Siria ha riguardato, per circa l’80%, se non di più, la protezione di Assad e la neutralizzazione dei ribelli. Solo il restante, è stato dedicato alla distruzione dei degli asset  e alla neutralizzazione dei terroristi legati alla galassia di Daesh. E non dobbiamo mai dimenticarci di una cosa…”

Quale?
“Che la Russia, nonostante non sia un Paese musulmano, ha al suo interno il più grande numero di fedeli musulmani. Inoltre è bene ricordare che le politiche russe nei confronti delle popolazioni che professano la religione musulmana spesso sono discriminatorie, sia a livello politico, sia a livello economico e sociale. I ceceni, quelli che vivono nel Tatarstan, nel Daghestan, non usufruiscono delle stesse tutele e dei servizi che vengono generalmente rivolti alle popolazioni slave. C’è poi un altro aspetto non secondario…”

Di cosa si tratta?
“Non dobbiamo dimenticare che la Russia ospita un’enorme diaspora di origine centro asiatica, che negli ultimi dieci anni, se non di più, è stato oggetto di una opera sostanziale di penetrazione e di tentativo di radicalizzazione da parte delle strutture di ISIS.  Questa saldatura o questo tentativo di penetrazione di queste comunità, è iniziato con la guerra in Siria e quindi con le attività fatte da Daesh in Siria e Iraq, ma poi ha continuato a svilupparsi, ed oggi è stata ereditata ed è stata promossa dall’’Isis-K,  un nucleo che ha il suo baricentro operativo in Afghanistan, ma che ha ereditato da Isis, la componente globale. E in questo momento la componente globale viaggia anche attraverso la radicalizzazione di queste comunità, la creazione di queste celle formate da cittadini di origine centro asiatica.

Attentato in Russia cosa sappiamo
L’Isis ha rivendicato l’attentato a Mosca. Ecco che cosa potrà accadere ora e le ripercussioni – cityrumors.it – foto Ansa

Che tipo di ripercussioni possono esserci ora?
“Potrebbero essercene tante. Chiaramente la Russia deve reagire, non può rimanere ferma, isolata e dare la sensazione di subire inerme ciò che è successo. Però allo stesso tempo ha un problema enorme: il conflitto con l’Ucraina. Questo attacco rappresenta per Putin un incredibile danno di immagine. Potrebbe portare la popolazione nello sconforto e installare nella testa della gente, il dubbio che (nonostante le belle parole e la propaganda) lo stato non è in grado di difendere i propri cittadini. Non dobbiamo dimenticare che la Russia ha subito numerosi attacchi sul suo territorio: quindi il grande mito dell’imbattibilità e dell’invulnerabilità del Paese viene meno”.

Come potrebbe reagire Mosca?
“Difficile dirlo. Come dicevo in precedenza, la maggior parte delle risorse interne sono impegnate sul fronte occidentale, quindi nel conflitto con l’Ucraina. La domanda che è giusto porsi è un’altra: la Russia ha a disposizione una forza interna in grado di organizzare un’attività di rappresaglia? Ed un intelligence in grado di muoversi con maggior attenzione? Intanto, il primo passo è capire quale sia la pista di questo attentato: se si tratta di una pista caucasica, allora i servizi russi possono ancora dire la loro. Se invece la pista fosse esterna alla Russia, non so
quanti strumenti concreti abbia il Cremlino per organizzare una rete in grado di muoversi. Avrebbe innanzitutto bisogno di una rete di alleati. E qui che possono nascere delle situazioni inaspettate”.

Di che tipo?
“Se ci fossero Paesi che hanno una maggiore esperienza nel contrasto al terrorismo e in grado di fornire un pò di intelligence alla Russia, potrebbero aprirsi degli scenari inattesi: nonostante i rapporti molto freddi tra Occidente e Russia, si potrebbe condividere un obiettivo comune: colpire i terroristi che sono in grado di attaccare sia l’Occidente che Mosca. Una sorta di gesto distensivo che farebbe comodo ad entrambe le fazioni. Un qualcosa di clamoroso e inatteso, almeno fino a poco tempo fa”. 

 

 

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