L’hanno arrestato in Austria dopo il crac del gruppo Signa. Il magnate tirolese era nella sua villa ad Innsbruck: cosa rischia
Le autorità austriache l’hanno arrestato mentre si trovava nella sua villa ad Innsbruck e ora René Benko dovrà rispondere delle accuse che gli vengono rivolte da quattro paesi, tra cui l’Italia, in riferimento al crac del gruppo Signa. Il commercialista e magnate tirolese, residente in Austria, aveva già ricevuto una richiesta di arresto da parte della procura generale di Trento lo scorso dicembre ma, poiché cittadino austriaco, l’Austria aveva rifiutato questo primo provvedimento.
Sono più di cento le perquisizioni portate avanti dai carabinieri del Ros e dalla guardia di finanza, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Trento, in relazione a presunti reati legati alla pubblica amministrazione e alla speculazione edilizia. Nove gli arresti e più di 60 le indagini su amministratori, funzionari pubblici e politici, sospettati a vario titolo dell’appartenenza a un gruppo capace di influenzare la pubblica amministrazione nel favorire progetti immobiliari in cambio di agevolazioni burocratiche e finanziamenti elettorali. Ecco però cosa c’entra René Benko.
Tra le personalità finite in manette durante quest’indagine c’è anche René Benko, il fondatore dell’azienda Signa. Secondo l’accusa, prima del fallimento del colosso, Benko si sarebbe interessato alla riqualificazione della zona di piazza Stazione, dove ancora oggi sono in corso i lavori per la costruzione di un centro commerciale. La Procura, quindi, avrebbe messo gli occhi su questa e su altre operazioni immobiliari e avrebbe svolto molte perquisizioni, anche negli uffici del noto commercialista altoatesino. Le accuse sono varie, per i 9 arrestati: si va dall’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato alla truffa, passando per il finanziamento illecito ai partiti, il traffico di influenze illecite, la turbativa d’asta e infine l’associazione a delinquere.
Già a dicembre, quindi, nei confronti del magnate era stato emesso un mandato d’arresto che, però, è diventato effettivo solo in queste ore, essendo lui cittadino austriaco. Poiché condannato inizialmente ai domiciliari e non esistendo in Austria questo istituto, di fatto era a piede libero: a metà dicembre, il tribunale regionale di Innsbruck si era opposto alla richiesta di estradizione. Oggi, però, è cambiato tutto.
Secondo l’accusa, René Benko era uno dei promotori dell’associazione per delinquere di cui sopra. In Italia, godeva dell’aiuto e del coordinamento con peter Heinz Hager, al quale indicava il modo migliore per l’ottenimento delle autorizzazioni sulle speculazioni da realizzare e a cui impartiva ordine per l’esecuzione dello stato dei lavori. René Benko, quindi, dovrà rispondere dell’accusa di associazione a delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze e di altri diversi reati contro la pubblica amministrazione.
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