Continuano a regalare colpi di scena le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi e dopo il ritrovamento di un martello nel canale vicino l’abitazione oggi arriva un’altra svolta
Continuano le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto di diciotto anni fa e per la cui morte è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi. Oggi a Pavia c’è stata l’udienza sull’incidente probatorio che ha conferito il via a una maxi perizia con al centro le comparazioni genetiche tra il Dna di Andrea Sempio e il materiale biologico trovato sulle unghie della vittima e altri reperti raccolti e non analizzati.

Nel nuovo filone d’indagine, grazie alle nuove tecniche applicate, si è allargato l’elenco dei soggetti coinvolti, con l’inserimento di numerosi profili genetici da analizzare nel corso dell’incidente probatorio previsto dal 17 giugno. Tra i nuovi nominativi figurano anche le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima, Marco Panzarasa, amico stretto di Alberto Stasi, e diversi altri conoscenti, tra cui alcuni amici dell’indagato Andrea Sempio e del fratello di Chiara, Marco Poggi.
Un nuovo modo di analizzare le prove
Un delitto che ha sconvolto l’opinione pubblica italiana per l’efferatezza con cui è stata uccisa la povera Chiara, in quella calda giornata di agosto del 2007. Un delitto per il quale è stato condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima e ritenuto unico colpevole con sentenza definitiva della Cassazione. Quella tragica mattina la ragazza venne assassinata con dei colpi di un oggetto contundente che non è mai stato ritrovato, forse un martello, in quel momento si trovava sola in casa, perché i genitori e il fratello erano in vacanza.

Nell’abitazione non c’erano segni di effrazione, tanto che Chiara aveva aperto la porta spontaneamente al suo aggressore e in pigiama, un particolare che aveva fatto subito pensare agli inquirenti che conoscesse il suo assassino. Al tempo il Dna ritrovato sulla scena del delitto portò alla condanna di Stasi. Lui dal carcere ha continuato a chiedere la revisione del processo, richiesta sempre caduta nel vuoto, ma a marzo scorso le indagini clamorosamente si riaprono grazie ai ricorsi degli avvocati e all’utilizzo di nuove tecniche, soprattutto sulla ricerca del Dna.
Dal martello al Dna delle gemelle
L’arma con cui è stata uccisa Chiara Poggi non è mai stata trovata, anzi per la precisione l’oggetto contundente con cui è stata colpita ripetutamente alla testa e al viso non è mai stato identificato con certezza. Nel corso di queste nuove indagini i Carabinieri del nucleo investigativo di Milano, su delega della Procura di Pavia, hanno anche setacciato un’area campestre a Tromello, Comune confinante con Garlasco, alla ricerca della possibile arma del delitto. Nel corso delle ricerche sono stati trovati alcuni oggetti, che sono adesso al vaglio degli investigatori tra cui un martello ritrovato sul fondale del canale che scorre nelle vicinanze.

Oggi inoltre altra svolta sorprendente, perchè la gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, conferendo l’incarico ai periti per il maxi incidente probatorio su tutte le analisi genetiche nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco che si svolgerà a giugno, ha deciso che saranno acquisiti anche i Dna delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, oltre a quelli già acquisiti dal medico legale, dagli inquirenti e dagli investigatori della prima inchiesta.