Durante un sopralluogo, sono stati ritrovati dei resti umani all’interno di un giardino. Si riapre un caso che era rimasto fermo da anni
Una svolta decisiva ha ridato nuovo vigore a un’indagine che da anni procedeva a rilento. L’annuncio è stato dato ieri dalla Procura di Gorizia, pronta a riaprire un caso fermo dallo scorso 2019 e che ora potrebbe finalmente trasformare un caso di sparizione in un procedimento per omicidio e soppressione di cadavere.

Il caso è scoppiato dopo che in una villetta di Sagrado, in provincia di Gorizia, è stato fatto un ritrovamento shock. La villa era di proprietà di Vito Mezzalira, ex postino scomparso nel 2019. A distanza di sei anni potrebbe finalmente essere svelato il mistero della sua scomparsa.
Un mistero che dura da sei anni
Nel 2019, Vito Mezzalira, 70 anni, ex postino, scomparve senza lasciare tracce dalla sua abitazione in provincia di Gorizia. Fin da subito la sua assenza sollevò interrogativi: la pensione continuava ad essere accreditata, ma nessuno lo vedeva più. Le prime ipotesi propendono per un allontanamento volontario, ma l’inchiesta aperta ormai da anni puntava anche su piste più oscure.

Nei mesi successivi vennero raccolte segnalazioni di prelievi bancari anomali e testimonianze di familiari che denunciarono incongruenze nei racconti. Tuttavia, senza un cadavere né prove concrete, l’indagine restò impantanata. Per anni gli inquirenti hanno brancolato nel buio, senza riuscire a trovare il cosiddetto bandolo della matassa. Oggi la situazione potrebbe cambiare in modo netto.
La scolta: il ritrovamento a Gorizia che apre nuovi scenari
Nei giorni scorsi, durante un nuovo sopralluogo nella proprietà di Mezzalira, coordinato dalla pm Giulia Cappella della Procura di Gorizia, le forze dell’ordine hanno scoperto resti umani interrati nel giardino della villetta, grazie anche all’uso di georadar, unità cinofile e carotaggi tecnici. Le ricerche, che si sono svolte con la collaborazione di carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Gorizia, Vigili del Fuoco e tecnici specializzati, hanno permesso di individuare anomalie nel terreno che hanno portato al ritrovamento.

Due persone sono state formalmente iscritte nel registro degli indagati: la convivente dell’ex postino e il fratello di lei. Entrambi sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere. Le analisi anatomopatologiche sui reperti determineranno se i resti appartengono a Mezzalira e da quanto tempo siano sepolti. Le risultanze scientifiche saranno decisive per ricostruire la dinamica dei fatti e valutare ulteriori provvedimenti giudiziari.
Gli inquirenti prendono tempo e dichiarano che “nulla ancora è stato stabilito”, ma la sensazione è che dopo anni di attesa e di indagini a vuoto, la svolta sia davvero dietro l’angolo.





