L’uomo era rimasto gravemente ustionato nello scoppio alla pompa di benzina in quartiere Prenestino, in via dei Gordiani, il 4 luglio scorso
Non ce l’ha fatta Claudio Ercoli, l’ispettore di piazza del distributore di via dei Gordiani, esploso a Roma la scorsa settimana, mentre era in servizio nel gabbiotto di sorveglianza. Era uno dei feriti più gravi, dato che aveva riportato, infatti, ustioni di terzo grado sul 55 per cento del corpo. Nella giornata di ieri era stato sottoposto a un intervento chirurgico complesso per l’innesto di cute omologa, ma le ferite riportate non gli hanno lasciato scampo.

Il violentissimo boato aveva svegliato la Capitale poco dopo le 8 di venerdì. L’esplosione di una cisterna ha investito i vigili del fuoco già giunti sul posto per la segnalazione di un camion che aveva urtato una conduttura, provocando una prima fuoriuscita di gas. Molte persone sono rimaste ferite e sono state soccorse dopo l’esplosione, tra loro anche alcuni residenti della zona colpiti dai detriti o dalle schegge dei vetri delle proprie abitazioni andate in frantumi per il violento spostamento d’aria.
Un boato terribile avvertito in tutta la città
Un botto incredibile. Un boato avvertito nitidamente in tutta la città e zone limitrofe quello che la mattina del 4 luglio scorso ha letteralmente sventrato un distributore di gas in Via Gordiani nel quadrante orientale della Capitale. Una vera e propria scena di guerra si è presentata ai soccorritori e ai vigili del fuoco accorsi immediatamente sul posto. Detriti ovunque, anche nei palazzi situati nei pressi dell’impianto che nell’onda d’urto hanno visto andare in frantumi porte e finestre.

Oltre 50 persone, tra cui undici agenti di polizia, un carabiniere, sei vigili del fuoco e tre operatori dell’Ares 118, che erano impegnati già prima dell’esplosione e durante la prima perdita di gas, causata da un mezzo pesante in manovra, a mettere in sicurezza i bambini del centro estivo che si trova accanto al deposito di Gpl. Ma ora c’è anche un morto nel bilancio già drammatico di questa esplosione.
Troppo profonde le ustioni che aveva subito
Era considerato purtroppo già il ferito più grave, troppo pesanti da sopportare le gravi ustioni riportate nell’esplosioni e questa notte è morto Claudio Ercoli, il tecnico Eni responsabile dell’impianto di Via Gordiani, che che al momento dell’esplosione era all’interno del gabbiotto di quel maledetto impianto dove lavorava tutti i giorni. Aveva riportato ustioni su oltre la metà del corpo e proprio ieri era stato sottoposto a un complesso quanto delicato intervento di innesto di cute omologa. ”L’equipe medica e chirurgica, ha messo in atto ogni possibile trattamento intensivo e specialistico, ma le condizioni cliniche del paziente sono progressivamente peggiorate, fino al decesso, causato dalla gravità delle lesioni riportate”, ha sottolineato in una nota la Asl Roma 2.

L’uomo presentava ustioni sul 55% del corpo e, nonostante i trattamenti di escarolisi enzimatica finalizzati alla rimozione selettiva dei tessuti necrotici per facilitare i successivi interventi chirurgici e contenere i rischi di infezione ai quali era stato subito sottoposto, non ce l’ha fatta. Condoglianze alla famiglia arrivate anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Con profondo dolore ho appreso della tragica scomparsa di Claudio Ercoli, rimasto gravemente ferito nell’esplosione di venerdì scorso in via dei Gordiani. In questo momento di tristezza, tutta la città si unisce nel cordoglio per questa perdita” le parole del primo cittadino della Capitale. Ora, dopo il decesso del tecnico, la procura di Roma, che sta indagando sulle cause del disastro, potrebbe inserire nel fascicolo sull’esplosione anche il reato di omicidio colposo, oltre a quelli già presenti, a carico di ignoti, di disastro e lesioni.