Troppi morti di caldo: uno studio smentisce allarme decessi da cambiamento climatico

Il caldo elevato che ha caratterizzato l’Italia e il resto d’Europa nelle ultime settimane ha fatto lanciare un grido d’allarme da parte dei media sull’aumento del rischio di mortalità soprattutto nelle persone anziane

Morti di caldo e allarme cambiamento climatico. Le ultime settimane caratterizzate da temperature ben al di sopra della media hanno rilanciato l’allarme dell’aumento dei decessi dovuti a colpi di calore come strettamente collegato al fenomeno del surriscaldamento globale. Immediatamente i media hanno rilanciato numeri da bollettino di guerra, con decessi quasi triplicati a causa delle temperature torride. Numeri che però a un’attenta analisi non corrisponderebbero assolutamente alla realtà.

Morti per il caldo
Troppi morti di caldo: uno studio smentisce allarme decessi da cambiamento climatico – Cityrumors.it

Gli apocalittici numeri, secondo lo studio dell’Imperial College, indicano che il cambiamento climatico è stato la causa di 317 delle morti stimate per il caldo eccessivo a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 1.712 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari.

Una narrazione troppo allarmistica

Un dato certo di questa prima parte dell’estate 2025 è che le temperature si sono mantenute leggermente sopra le medie stagionali, tra i 32 e i 38 gradi con picchi raggiunti in alcuni giorni della settimana scorsa, prima che una perturbazione portasse pioggia e aria più fresca, lasciando poi di nuovo spazio al sole e al bel tempo. Nulla di così esageratamente diverso da tante altre estati caratterizzate da un caldo opprimente, ma che quest’anno ha alimentato una visione piuttosto catastrofica dal punto di vista della mortalità, soprattutto nelle persone anziane o con problemi persistenti.

Allarme rosso
Una narrazione troppo allarmistica – Cityrumors.it

Un allarme preso e rilanciato dai media sia nazionali che nel resto d’Europa con previsioni catastrofiche tra bolle di calore, morti per il caldo e ondate di caldo, a riprova dell’urgenza di agire per il clima e da qui poi tutti i vari provvedimenti messi in agenda e via via presi dai vari paesi per adeguarsi alle direttive spinte dal governo centrale dell’Unione Europea.

Troppi decessi annunciati

In particolare, quello che ha spinto a schiacciare il bottone dell’allarme rosso sulle conseguenze dell’ennesimo segnale del cambiamento climatico, è stato uno studio dell’Imperial College di Londra che, prendendo in esame anche le due principali città italiane, Milano e Roma, afferma che le vittime sono aumentate arrivando a 500 in soli 10 giorni. Da lì è nata tutta una serie di consigli rilanciati dai media sulle ore diurne più calde da evitare per anziani e bambini, sulle solite diete a base di cibi leggeri che evitino di appesantire la digestione e sulla necessità di bere molta acqua per contrastare la disidratazione. Una narrazione dai toni particolarmente catastrofistici però, che avrebbe basato le proprie conclusioni su probabilità, stimando il numero di morti e non rappresentando correttamente la realtà.

Troppi decessi annunciati – Cityrumors.it

Riassumendo quindi  lo studio presumeva che, secondo calcoli probabilistici, tra il 23 giugno e il 2 luglio fossero morte a causa del caldo torrido ben 3200 persone, e i dati peggiori tra le 12 città europee esaminate verrebbero attribuiti a Milano e a Roma, che avrebbero addirittura triplicato il numero di decessi. Dati però assolutamente smentiti dall’osservatorio giornaliero sulla mortalità che ha raccolto segnalazioni da Milano di 267 morti in più nei famosi 10 giorni incriminati e addirittura soltanto 9 nella Capitale. Cifre assolutamente nella norma, nettamente al di sotto delle 500 vittime del caldo che lo studio inglese aveva ipotizzato per le due città. Sono sicuramente morti tragiche, ma molte volte provocate anche da situazioni pregresse complicate, che però non possono indicare l’allarme rosso sul cambiamento climatico rilanciato in questi giorni.

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