Sul red carpet della Festa del Cinema di Roma, giunta alla ventesima edizione, c’era anche Claudio Santamaria che ha parlato della film Il Falsario dove ha recitato.
Interessanti le sue parole che ci aprono alcuni scenari proprio sulla pellicola presentata alla rassegna cinematografica protagonista in questi giorni nella capitale del nostro paese.

“Questo film racconta anche il rapimento di Aldo Moro, c’è di mezzo il compromesso storico, ci sono i servizi segreti deviati, la Banda della Magliana. È un periodo storico piuttosto denso e pieno di movimenti”, cos’è specifica l’attore.
Poi gli evidenziano che una delle due fazioni è al Governo, Santamaria risponde: “Lei me lo ricorda e glielo ricordo anche io. Non c’è più una fazione, diciamoci la verità”. Con un sorriso amaro sul volto non sfugge alla provocazione e di fatto risponde con la schiettezza che lo contraddistingue.
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Parole queste che dimostrano come il cinema non sia solo arte, ma dentro ci sia la vita e tutto quella che la riguarda e che vi ruota attorno. Nel film di Stefano Lodovichi ci sono sicuramente una serie di elementi che ci riportano alla storia del nostro paese, anche piuttosto recente e sicuramente attualizzabile.
Festa del Cinema di Roma, Il Falsario: tutto sul film
Il Falsario è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, diretto appunto da Stefano Lodovichi vede nel cast, oltre a Claudio Santamaria, anche Pietro Castellitto. La storia ci porta indietro agli anni Settanta a Roma tra tumulti sociali e politici in seno al nostro paese. Protagonista è Toni, un giovane pittore di talento che sogna di far conoscere la sua arte in giro per il mondo. La vita però non è sempre quello che vogliamo e si troverà a sfruttare la sua arte per diventare il falsario più famoso in Italia.

Come riportato dal sito della Festa del Cinema di Roma stessa, ha parlato lo stesso Stefano Lodovichi specificando: “Il falsario è la storia ‘falsamente ispirata’ alla figura reale di Antonio Chichiarelli, detto anche Toni della Duchessa, artista e falsario vissuto a Roma tra gli anni ’70 e ’80. Ma dimenticate la verità per un attimo, perché il nostro Toni, un avventuriero guascone, imperfetto, a tratti ragazzino e irrisolto, ha poco a che fare con le poche e misteriose informazioni che ci sono arrivate sul suo alter ego reale”.
Il film merita di essere visto e le parole di Claudio Santamaria fanno sicuramente ben sperare nella profondità dello stesso a livello di sfaccettature umane ma anche prettamente politiche.