Sono uno dei simboli più amati dai bambini, che li vedono come i cavalli alati della slitta di Babbo Natale, esemplari antichissimi, sopravvissuti a diverse ere glaciali, ora rischiano di estinguersi per il caldo
Sono uno dei simboli più amati da grandi e bambini, i misteriosi cavalli alati della slitta di Babbo Natale. Animali antichissimi noti anche come caribù (Rangifer tarandus), le renne natalizie si trovano non solo in Norvegia, ma anche Finlandia, Siberia, Groenlandia, Alaska, Canada e in Russia. Le prime tracce di questi animali risalgono all’epoca del Pleistocene e da allora le renne, nonostante tutti i mutamenti climatici, sono sopravvissute fino ad oggi.
L’Agenzia norvegese per l’ambiente ha presentato 310 misure per salvare la popolazione di renne selvatiche nel Paese. Tra le norme è inclusa la raccomandazione di smettere di costruire capanne negli habitat delle renne selvatiche. “Prevenire la costruzione di ulteriori cabine all’interno o in prossimità delle aree dove vivono le renne è una misura molto importante e il problema è comune a tutte le aree di habitat per le renne norvegesi”, ha spiegato Ivar Myklebust, direttore del dipartimento dell’Agenzia norvegese per l’ambiente, perchè in questi ultimi anni in Norvegia c’è grande preoccupazione per la salvaguardia di questa specie di animale così cara proprio in questi giorni di festività natalizie.
A rischio estinzione
I primi ritrovamenti sono risalenti all’epoca del Pleistocene, da allora le renne sono sopravvissute fino a oggi. Eppure proprio ora, con il surriscaldamento globale che asfissia il pianeta, l’iconico animale del Natale, rischia di estinguersi e di rimanere solo nelle favole dedicate ai bambini. In Nord America o in Russia, le renne stanno invece scomparendo. La causa, direttamente o indirettamente, è il caldo, ma ancora di più le attività umane: i cambiamenti dell’habitat dovute alla cultura intensiva e agli sviluppi industriali, la costruzione di nuove strade e nuove ferrovie che modificano la vegetazione, così come gli impianti di produzione di energia e le località turistiche. “Per preservare le renne selvatiche per il futuro, dobbiamo regolamentare e limitare in misura maggiore l’attività umana e fermare e invertire l’invasione della natura e altri impatti negativi sulle renne selvatiche”, afferma ancora il dipartimento dell’Agenzia norvegese.
Il loro nemico è il caldo
In totale ci sono quasi nove milioni di questi splendidi esemplari sulla Terra, di cui cinque milioni che vivono liberamente mentre il resto sono per lo più semi-addomesticati ed è proprio per questi che la vita sta diventando sempre più dura. La popolazione locale ha poca o nessuna mescolanza con le renne domestiche e gli animali sono molto timidi. Non ci vuole molto per disturbare le renne, che spesso si accorgono dell’uomo molto prima che lui stesso le veda. Per questo qualsiasi cambiamento che si fa al loro habitat può creargli un problema. “Le renne svolgono un ruolo centrale nell’ecologia artica, poiché hanno un impatto diretto sulla vegetazione e trasferiscono i nutrienti tra la tundra, la foresta boreale e gli ambienti acquatici”, descrive uno studio pubblicato da un team scandinavo, secondo le statistiche della rete di monitoraggio e valutazione dei caribù della regione circumartica, il branco del fiume George, nell’estremo nord del Quebec, è diminuito di quasi il 99% in trent’anni: erano 780.000 all’inizio degli anni ’90, oggi sono meno di 10.000. In Alaska, nello stesso periodo, la popolazione della regione “Artico centrale” è stata ridotta del 69%. Nei Territori del Nordovest, in Canada, il gruppo dei caribù di Bathurst ha perso il 96% degli esemplari.