Controlli del Fisco come puoi difenderti in modo efficace

Subire i controlli da parte del fisco non piace a nessuno, anche se si è in regola, fortunatamente c’è un trucco per mettersi al sicuro.

Ognuno di noi sa bene come sia obbligatorio pagare le tasse e quanto queste spesso incidano sul bilancio di ognuno di noi, al punto tale da essere in difficoltà nei mesi in cui queste sono previste. Non saldare l’importo previsto e pensare di farla franca non è certamente la soluzione ideale, soprattutto perché alla lunga se dovessero esserci controlli da parte del fisco le conseguenze possono essere tutt’altro che leggere.

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Subire un accertamento dall’Agenzia delle Entrate genera ansia – Foto | ANSA – Cityrumors.it

Nemmeno il tempo permette di essere del tutto esenti dalle verifiche, visto che queste possono esserci essere comunque. È bene quindi sapere fino a quando queste possono avvenire così da sentirsi tutelati e se esistano “stratagemmi” utili per avere la garanzia di non andare incontro a problemi.

I controlli del Fisco fanno paura: tutelarsi non è impossibile

È capitato certamente a tutti almeno una volta di ricevere una lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate e di provare timore all’idea di aprirla, pur sapendo di essere stati sempre corretti con il pagamento delle tasse. A volte, infatti, può bastare un piccolo errore (anche da parte del professionista che effettua la dichiarazione dei redditi) per andare incontro a sanzioni.

È innanzitutto importante sapere fino a quando possono avvenire le verifiche, così da capire quando ci si possa considerare esenti. Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, c’è un tempo massimo di cinque anni in cui può essere esercitata una contestazione, proprio per questo è sempre bene conservare tutta la documentazione. La situazione diventa differente se non si è proprio presentata la documentazione, magari perché si era convinti di non doverla fare, in questo caso la tempistica sale a otto anni.

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Occhio a compilare la dichiarazione dei redditi in modo corretto – Foto | Canva – Cityrumors.it

Ci sono però delle situazioni in cui la tempistica si riduce a due anni, a condizione che i pagamenti siano effettuati secondo specifiche modalità, ovvero bonifico bancario o postale, assegno bancario, circolare o postale recante la clausola di non trasferibilità, carta di credito o di debito. Attenzione, però, per chi sceglie di effettuare un pagamento a rate può bastare anche solo una volta in cui si procede in maniera diversa da quelle sopra indicate per allungare la periodicità del controllo.

Ci sono poi altre due modalità di pagamento che possono permettere di sfruttare questa agevolazione, è bene saperlo. Il riferimento è al MAV (Mediante Avviso), procedura interbancaria standardizzata di incasso mediante bollettino, che contiene le informazioni necessarie alla banca del creditore (banca assuntrice) e al creditore stesso per la riconciliazione del pagamento. Una volta effettuato il bonifico, la banca del creditore riconosce l’operazione attraverso la procedura interbancaria collettiva. In questa categoria rientra anche la RIBA, Ricevuta Bancaria, prescelta spesso da molte aziende, è il creditore a dichiarare di avere diritto a una somma a saldo di una fattura.

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