Il ministro Nordio in un’intervista a ‘Il Messaggero’ ritorna sul caso Toti ed esprime tutte le sue perplessità su questa vicenda che ha portato alle dimissioni del presidente ligure.
Le dimissioni del presidente Toti continuano ad essere al centro del dibattito politico. Se dal centrosinistra hanno parlato di un atto dovuto anche se arrivato in ritardo, dalla maggioranza insistono che la decisione del governatore di fare un passo indietro è stata condizionata dalle decisioni dei giudici. Infatti, la scelta di non continuare a guidare la Liguria molto probabilmente consentirà al politico di uscire dai domiciliari, dove si trova da oltre due mesi per corruzione.
Intervistato da Il Messaggero, il ministro Nordio ha espresso i suoi dubbi su quanto successo. “E’ una sconfitta della democrazia, fondata sulla separazione dei poteri – sottolinea il Guardasigilli – la giustizia a orologeria non mi è mai piaciuta e non la condivido. Per me chi è stato eletto dagli italiani deve continuare a restare in carica anche se coinvolto in una indagine, visto che questa può rivelarsi anche infondata“.
Il ministro poi entra nei dettagli della vicenda e sottolinea che c’è una cosa che lo lascia perplesso. A cosa si riferisce Nordio? Al fatto che una misura cautelare è stata applicata dopo vari anni di inchiesta e con provvedimenti successivi a breve distanza tra loro. Un passaggio sicuramente da chiarire e vedremo se lo si farà in futuro. Per il momento, comunque, il titolare della Giustizia non ha nessuna intenzione di mandare degli ispettori alla Procura di Genova. Ma non è da escludere che in futuro possa succedere.
Di certo la vicenda di Toti è destinata a far discutere in politica (e non solo) per diverso tempo e non ci resta che aspettare le prossime settimane per capire se ci saranno decisioni da parte del ministro oppure no.
Altro tema che fa discutere da molto tempo è sicuramente l’uso dei Trojani. Per Nordio questi sono strumenti invasivi e il loro utilizzo va limitato “ai reati che mettono in pericoloso l’incolumità pubblica e la sicurezza dello Stato. Quindi parlo di mafia e terrorismo. Per il resto bisogna muoversi con cautela e nel rispetto dell’articolo 15 della Costituzione, che garantisce la riservatezza delle comunicazioni“. I ragionamenti nel governo sono in corso e presto saranno sciolte tutte le riserve.
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