Ennesimo avvertimento quello che arriva direttamente da Maurizio Gasparri nei confronti di Matteo Renzi. Il senatore degli azzurri ne ha parlato in una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”
Continua il dibattito, seppur a distanza, tra Maurizio Gasparri e Matteo Renzi. I due, negli ultimi giorni, si sono resi protagonisti di una serie di “botta e risposta” che non sono affatto passati inosservati. Tra insulti, minacce e tanto altro i due non se le mandano a dire. Questa volta è stato il numero uno dei senatori azzurri a prendere parola e lo ha fatto rilasciando una intervista al quotidiano “La Stampa” in cui ha voluto esprimere il proprio pensiero su questa vicenda e non solo.
Queste sono alcune delle sue parole dopo che l’ex presidente del Consiglio aveva minacciato di querelarlo dopo essere stato mandato ‘gentilmente’ in un posto: “Mi querela? Faccia un po’ come vuole. La sua spregiudicatezza è sorprendente. Mi sono già scusato due volte in Aula per quella frase inelegante (“vai a ca**re“, ndr). So che era inopportuna, ma si trattava di un fuorionda. Lo stesso che può scappare dopo un confronto acceso“.
Il numero uno di Italia Viva aveva puntato il dito contro di lui ed il partito Forza Italia di aver tradito l’europeismo di Silvio Berlusconi. Astenendosi sul Mes. Da quel momento l’invito di Gasparri al fiorentino di andare in quel posto. Poi ha precisato: “Il tema è del tutto politico. Ciò non cambia il mio pensiero su quello che ha detto Renzi“.
Gasparri ha continuato dicendo: “Non possiamo subire lezioni di berlusconismo postumo dalla cattedra sbagliata. Renzi che ci bacchetta come se fosse lui l’interprete del Verbo è un qualcosa di veramente inaccettabile. Poteva rispettare Berlusconi come quando disse “game over” dopo la sua condanna in via definitiva. Poi se vuole dire la sua su Forza Italia allora lo invito anche ad iscriversi al partito. La tessera costa 10 euro, 1000 per i parlamentari“.
Sul Mes ha concluso: “Anche lo stesso Berlusconi era molto critico su questo argomento. Tre anni fa aveva detto che mai avrebbe votato la riforma del Mes. Noi non potevamo farci dettare la linea da altri. Poi tutti noi abbiamo espresso una critica precisa, partendo dallo stesso Tajani. Chiediamo che anche per il Mes venga chiesta una relazione periodica al Parlamento europeo come avviene per la Bce“.
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