In merito alla vicenda riguardante Giulia Cecchettin e sulla manifestazione delle femministe ha voluto esprimere il proprio pensiero anche Mara CarfagnaÂ
La presidente del partito âAzioneâ, ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato alla âRepubblicaâ. In questa giornata, sabato 25 novembre, nella Capitale ci sarĂ una importante manifestazione da parte del movimento femminista per ribadire il loro ânoâ alla violenza contro le donne e contro ogni forma di violenza di genere. Un invito che è stato inevitabilmente rivolto alla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, divenuta il simbolo di questa tragedia che ha colpito un intero Paese.
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Un modo per dire basta a questi femminicidi che, in Italia, continuano ad aumentare come se nulla fosse. In merito a quello che accadrĂ , però, Mara Carfagna ha voluto fare qualche precisazione. Per lâesponente del partito guidato da Carlo Calenda, infatti, câè chi potrebbe scendere in piazza a Roma per affrontare il delicato argomento del femminicidio per ostacolare Israele e la sua lotta contro Hamas. Almeno questo è quello che pensa lâex Forza Italia.
Queste sono alcune delle dichiarazioni che ha rilasciato la nativa di Salerno: âCâè una parte della piattaforma con la quale è stata convocata la piazza di Roma. Una cosa che non condivido, ovvero quella in cui si accusa Israele di colonialismo. Non ho capito cosa câentra con la violenza contro le donneâ. Allo stesso tempo la Carfagna ha ribadito il proprio ânoâ alla partecipazione del corteo che porta la firma di âNon una di menoâ.
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âUna scelta che mi pesa molto. Mi sarebbe piaciuto scendere in piazza a difesa delle donne, apprezzo quelle che ci andranno nel nome di Giulia e delle tante Giulia che ogni giorno vengono uccise o rischiano la vita per mano di un uomo, ma non concordo con la politicizzazione della piattaforma laddove si accusa Israele di perpetrare un genocidio a Gaza, senza dire neppure una parola sugli stupri commessi il 7 ottobre ai danni delle donne israelianeâ.
In conclusione ci ha tenuto a ribadire: âChi sta utilizzando il nome di Giulia per poter rompere il fronte e affermare il protagonismo di una minoranza non è amico della libertĂ femminile. Per convocare la piazza del 25 novembre sarebbero bastate cinque parole: âFermate la violenza sulle donneâ. Con queste rivendicazioni ideologiche o sui giudizi in merito al conflitto in Medio Oriente serve solamente a dividereâ.
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