Marcello Dell’Utri in un’intervista a ‘Il Giornale’ si sofferma sul tema giustizia chiedendo al governo un intervento immediato: “È il momento di agire”
L’emergenza carceri continua ad essere al centro del dibattito politico e non solo. La maggioranza non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro sul provvedimento nonostante le critiche arrivate da parte dei magistrati e dalle opposizioni. Chi, invece, promuove questa norma è Marcello Dell’Utri.
L’ex senatore e tra i fondatori di Forza Italia in un’intervista a Il Giornale si sofferma sulla giustizia e anche sull’emergenza carceri chiedendo al governo di agire il prima possibile perché “stare in prigione è davvero un incubo. Devi essere preparato per sopravvivere. Le regole non esistono, è un po’ come un luogo di arbitrio dove c’è un dittatore (il direttore). E non ci sono neanche norme ben precise: a Rebibbia si può fare qualcosa che magari a Parma non è consentito“.
In questa intervista Dell’Utri sottolinea che si deve accelerare per risolvere il prima possibile il problema. Ormai ogni anno c’è lo stesso problema e ancora non è stato fatto nulla. “Non so se il ministro Nordio ha davvero a cuore questa emergenza, ma bisogna fare in fretta e non c’è assolutamente tempo da perdere“.
L’ex senatore si sofferma anche su cosa fare per portare l’emergenza a terminare. A partire dalla costruzione di nuovi istituti penitenziari, ma naturalmente si tratta di un qualcosa che richiede tempo. Per Dell’Utri quindi servono misure immediate come per esempio non tenere in galera le persone in attesa di giudizio perché possono anche essere innocenti.
Dell’Utri al quotidiano nazionale sottolinea anche come è arrivato il momento di guardare ai fatti concreti e non solamente alle parole. Le condizioni di vita nelle strutture penitenziarie sono ormai inadeguate e la richiesta dell’ex senatore è quella di trovare le giuste soluzioni per dare gli stessi diritti a tutti i detenuti.
Infatti, ci sono istituti dove la vita è assolutamente migliore grazie al lavoro dei cappellani e dei volontari. In altri, invece, dove questo non accade e diventa tutto più complicato. “Da parte dello Stato non vedo nessun interesse a risolvere il problema – conclude Dell’Utri – ma vedo solamente la volontà di aumentare il sovraffollamento“.
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