Simonetta Matone, deputato della Lega, in un’intervista a ‘Il Giornale’ spiega le mosse del governo per fermare le mamme borseggiatrici
Ormai nelle grandi la città la presenza delle mamme borseggiatrici è in forte aumento. Una crescita dovuta anche ad un vuoto legislativo presente nel nostro Paese. La presenza di un bambino piccolo, infatti, consente a loro di non andare in carcere e questo è un problema sul quale il governo intende lavorare. Simonetta Matone, esponente della Lega, è pronta a mettere in campo una norma destinata a mettere fine a questo problema.
L’idea è quella di non fare in modo che il bambino diventi un salvacondotto per commettere reati. “La polizia e poi i magistrati decideranno se mandarli in carcere o in istituto – sottolinea ancora la Matone in un’intervista a Il Giornale – personalmente, soprattutto per le donne incinta, non sono per le strutture penitenziarie, ma per quelli di custodia attenuata“. Naturalmente, come precisato dalla stessa leghista, molto dipenderà dal certificato penale e dal suo passato.
La decisione da parte della Matone di mettere in campo norme molto rigide sulle mamme borseggiatrici non è assolutamente condivisa dal Pd. E l’esponente della Lega replica immediatamente alle accuse sottolineando che gli attacchi sono dovuti al fatto di aver sfidato i dem su un terreno non suo: ovvero quello sociale e della protezione di donne e minori.
La leghista ricorda anche come nell’ultimo decennio i ministri non hanno fatto niente per risolvere il problema delle carceri e per la questione dei ampi rom.
La Matone nella sua intervista ricorda anche come “dietro a ogni borseggiatrice c’è qualcuno che la obbliga o la sfrutta. Tutti i giornali hanno parlato di un caso: donna condannata a 30 anni di galera con dieci figli. Si tratta di una persona che non può andare in carcere, ma è comunque una vittima. Per questo motivo la norma che abbiamo deciso di presentare è estremamente ragionevole“.
Una idea che sarà discussa all’interno della maggioranza al rientro dalle vacanze, ma da parte della Matone e della Lega non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro. L’ipotesi è quella di far decidere al giudice se mandare queste mamme in carcere oppure in istituto. Una cosa però è certa: le donne borseggiatrici con figli arrestate non resteranno più in libertà.
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