In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Giornale” è intervenuto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti
Un periodo sicuramente non facile quello che sta attraversando il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. In questi ultimi giorni il suo nome è balzato al centro di numerose polemiche e critiche per quanto riguarda uno degli argomenti più discussi come quello del Mes. Tanto è vero che dalla sinistra (in particolar modo dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein) arrivano degli inviti a farsi da parte con tanto di “dimissioni“. Una opzione che non prende neanche in seria considerazione.
Ne ha parlato in una lunga intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Giornale” dove ha espresso i suoi pensieri. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Fino a quando la maggioranza sosterrà la mia impostazione su progetti seri, credibili e sostenibili non vedo perché lasciare. Come ho già detto, l’opposizione ha tutto il diritto di dare suggerimenti, anche graditi, poi però decido io“.
Per quanto riguarda l’argomento di non optare per la ratifica del Fondo Salva Stati il ministro ha continuato dicendo: “La Lega ha sempre detto che era contraria. Dunque, è questione di coerenza. Ciò che appare improprio per un membro dell’Unione è che dopo aver preso un impegno di ratifica, al momento di firmare si tira indietro. Ma ribadisco, a quel punto la questione non era più economica bensì politica“.
Una intervista che ha continuato in questo modo: “Capisco l’irritazione dei partner per la bocciatura, anche se sapevano da tempo che questa possibilità era tutt’altro che remota. Però ricordo che anche il governo Draghi si era rifiutato di presentare il Mes in Parlamento, rinviandone l’esame. Perlomeno noi al voto ci siamo arrivati. Un punto alla fine è stato messo. Come Ministero dell’Economia abbiamo sempre sostenuto che una cintura in più attorno al sistema bancario è la benvenuta“.
Sempre sul Mes precisa: “Si tratta di uno strumento come altri, dunque, niente più che una delle possibili soluzioni al problema vero, che è il debito. Non credo che l’Europa senza il Mes in versione salva-banche corra seriamente rischi di stabilità“.
Sul Patto di Stabilità (dopo l’accordo raggiunto tra Parigi e Berlino) precisa: “Al netto del contenuto positivo relativo al Pnrr, un’Europa che ha l’ambizione di sedere al vertice del sistema geopolitico, di disporre di un proprio esercito, di puntare seriamente alla transizione energetica, non può ignorare che tutto questo implica grandi investimenti pubblici”.
In conclusione ribadisce: “In molti vivono ancora dell’allucinazione pandemica, quando non c’erano regole sul debito e i tassi erano a zero o addirittura negativi. Oggi la realtà è un’altra. I tassi sono volati e fare debito a ripetizione non è più possibile. Soprattutto bisogna capire che il confronto va fatto non con la fase pandemica, ma con il vecchio Patto di Stabilità“.
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