La riforma sul premierato potrebbe subire alcune modifiche. Balboni (FdI) in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’ conferma che ci sono cose da rivedere.
La partita sul premierato non è ancora chiusa. Il governo ha gettato le basi, ma presto potrebbero esserci delle modifiche. A confermarlo è Alberto Balboni, presidente della Commissione agli Affari costituzionali ed esponente di FdI, in un’intervista a Il Sole 24 Ore: “Alcune obiezioni potrebbero avere qualche fondamento. Anche se il secondo premier è stato inserito per dare stabilità al governo. Si potrebbe decidere di inserirlo solamente in caso di impedimento fisico. Ma è una mia idea, studieremo la soluzione migliore con gli altri tecnici“.
Al momento l’unica certezza per Balboni è che la riforma non tocca il presidente della Repubblica: “Il suo ruolo non cambia. Continua ad incaricare il premier e a nominare i ministri. L’unica novità riguarda il fatto che non potrà nominare i senatori a vita“.
Balboni si sofferma anche sul premio al 55%: “Può apparire una forzatura, una eccessiva ingessatura. Tanto più che non c’è la corrispondente soglia minima, che invece, la Consulta vuole che sia stabilità per non alterare eccessivamente il principio di rappresentanza“.
“Ne discuteremo e troveremo una soluzione – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – forse si potrebbe decidere di limitare solo il principio maggioritario in Costituzione, lasciando il resto alla legge elettorale. Vedremo cosa succederà”.
Il governo, comunque, non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro. “Arriveremo fino in fondo perché non si tratta di una bandierina – aggiunge Balboni – bisogna dare stabilità ai governi e prospettiva di legislatura ai bilanci dello Stato. Quindi si deve dire stop ad un ciclo elettorale troppo breve. Non lo stiamo facendo per noi visto che mantenere questo sistema ci farebbe comodo al momento, ma per l’Italia“.
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