Botti di Capodanno: la prima vittima si chiama Nero

La prima vittima dei botti di Capodanno è un animale dalla vita difficile, un cane di nome Nero che da anni stava aspettando l’adozione in un rifugio.

Il 2025 si chiude con una notizia che pesa come un macigno e che riaccende una ferita mai davvero rimarginata: quella dei botti di Capodanno e delle loro conseguenze sui più fragili. Purtroppo, qualche giorno prima della fine dell’anno, dobbiamo già fare i conti con la prima vittima di questa usanza che non tiene davvero conto delle conseguenze che può avere sugli animali, cani e gatti in primis. La vicenda viene raccontata dalla pagina Parco degli animali di Firenze.

nero vittima dei botti di capodanno
Botti di Capodanno: la prima vittima si chiama Nero (Facebook) – CityRumors.it

Il profilo Facebook ha parlato della triste e drammatica storia di Nero in un messaggio carico di dolore e rabbia. Nel tardo pomeriggio, nei pressi del rifugio che ospitava il cane insieme ad altri amici a quattro zampe, sono stati esplosi botti di grande potenza, veri e propri ordigni che hanno scosso l’area con boati assordanti. Per Nero, da sempre terrorizzato dai rumori forti, quella paura è stata troppo grande: il suo cuore non ha retto allo spavento.

Far esplodere botti di Capodanno nei pressi di rifugi e canili è da incivili

Lo hanno trovato senza vita il mattino dopo i volontari del rifugio, quando sono andati a controllare gli animali e a rifocillarli: le parole bastano a dar forma alla gravità di quanto accaduto, e se da una parte chi lo ha trovato ha preferito non far parlare le immagini che da sole restituirebbero il quadro sconcertante della vicenda, dall’altra la brutalità di quelle immagini avrebbe potuto essere da monito a chi forse non si rende nemmeno conto di quello che vuol dire per un animale il terrore per i botti di Capodanno.

gli occhi spaventati di un cane
Far esplodere botti di Capodanno nei pressi di rifugi e canili è da incivili (Canva) – CityRumors.it

Il post del Parco degli Animali di Firenze è un appello accorato alla responsabilità collettiva: far esplodere botti, soprattutto di grande potenza, vicino a un canile non è una bravata né una tradizione innocua, ma un gesto di profonda inciviltà. In quelle strutture vivono animali spesso anziani, cardiopatici, già segnati da storie difficili, per i quali rumori improvvisi possono trasformarsi in un pericolo reale e mortale, come è successo per Nero.

La drammatica storia di Nero, da anni in attesa di una famiglia

Nero era un cane fiero e bellissimo, ospite del canile, anziano e fragile come molti dei suoi compagni, ed era in attesa di una famiglia, un futuro che sembrava finalmente vicino, ma che non avrà più, spezzato in quello che per qualcuno è stato solo un attimo di “divertimento”. Oggi quel cane diventa un po’ il simbolo di tutte le vittime invisibili dei botti di Capodanno, animali che non hanno scelta, che non capiscono, che pagano il prezzo più alto.

un cane spaventato
La drammatica storia di Nero, da anni in attesa di una famiglia (Canva) – CityRumors.it

Arriva da Firenze un appello a dire basta ai botti di Capodanno, a rendersi conto delle conseguenze, tutelando appunto questi poveri animali, schierandosi dalla parte di chi non può difendersi. L’appello è rivolto al vicinato, alle istituzioni e ai cittadini con un minimo di coscienza civica per evitare che simili episodi si ripetano, perché dietro ogni botto non c’è solo un rumore che dura pochi secondi, ma un terrore che può avere conseguenze irreversibili.

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